TELEVISIONE

Rai, Gubitosi: “Azienda ricapitalizzata con l’Ipo delle torri”

Il Dg della Tv di Stato: “Non condivido il ricorso approvato dal board. La privatizzazione dell’azienda? Per fortuna non ricadrà nel mio mandato”

Pubblicato il 20 Nov 2014

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“Sono molto soddisfatto della risposta del mercato all’Ipo di Rai Way, ma mi fermo qui. La privatizzazione della Rai non è un’opzione che spetta a me: la decisione è del Governo. E comunque, non credo che avverrà nell’arco del mio mandato, che scadrà nella primavera del 2015 con l’assemblea sul bilancio 2014. Che si chiuderà ancora una volta in utile”.

Lo afferma in un’intervista al Sole24ore Luigi Gubitosi, direttore generale della Rai, nel giorno che ha segnato il debutto a piazza affari di Rai Way.

Quanto al ricorso votato ieri dal Consiglio d’amministrazione della Rai contro il taglio del Governo di 150 milioni dei trasferimenti alla Tv di Stato, Gubitosi non è in linea con la decisione del board: “La scelta del ricorso contro il Governo proprio il giorno del debutto di Rai Way non può certo farmi piacere e non manda un bel segnale al mercato – ha proseguito il Dg – Nella mia esperienza professionale e nelle grandi aziende in cui ho lavorato, come Fiat, Wind e Merrill Lynch, le decisioni dell’azionista sono legge e i suoi rappresentanti nel board non fanno ricorsi giudiziari per bloccarle. Dal mio punto di vista, ritengo che il compito di un manager sia proprio quello di eseguire tali scelte: se non è d’accordo con le decisioni della proprietà, il manager si dimette, non vota contro”.

Quanto all’Ipo di Rai Way, secondo Gubitosi “ha risolto più di un problema: la Rai ha un patrimonio di 200 milioni di euro – afferma – e vista la situazione dei conti siamo stati esposti al rischio di dove effettuare interventi sul capitale. Con la quotazione del 30% di Rai Way abbiamo raccolto 244,85 milioni di euro e la società ha raggiunto in Borsa una capitalizzazione di circa 802,4 milioni: con l’esercizio della green shoe, pari a circa il 5%, l’incasso totale per la Rai potrebbe salire a 280 milioni, risorse fresche che equivalgono a una vera e propria ripatrimonializzazione del gruppo.

Rispetto alla sua esperienza a Vale Mazzini, Gubitosi la definisce “entusiasmante, impegnativa e a volte difficile. In aziende pubbliche con un ruolo delicato come quello che ha la Rai, il lavoro di un manager è proprio quello di effettuare interventi continui per adeguare la struttura alle esigenze della sua missione e del settore in cui opera. Il cantiere Rai non finisce mai”. Gubitosi parla anche della riforma dei modelli operativi della struttura giornalistica della Rai: “Permetterebbe – afferma – di evitare inutili duplicazioni e sprechi di risorse”.

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