Rai, si volta pagina. Il consiglio d’amministrazione approva “a larga maggioranza” le linee guida per la riforma illustrate dal direttore generale Luigi Gubitosi. E con la Rai si appresta a voltar pagina anche Ray Way, la società pubblica delle infrastrutture e impianti per la diffusione del segnale della Tv pubblica. La società delle torri si sta preparando per la quotazione in borsa attesa per questo novembre e alla cessione di una parte delle quote. Obiettivo la valorizzazione di un asset strategico per la Tv pubbica, che potrebbe prevedere anche il coinvolgimento delle torri nel mercato mobile in continua espansione.
La strada per l’operazione però è ancora lunga, e comincia in salita. I sindacati delle Tlc annunciano lo sciopero per la cessione delle quote di Rai Way, segnalando il pericolo di una “svendita della società del gruppo Rai che ha la proprietà degli impianti trasmittenti”. I rappresentanti delle sigle sindacali – Slc-Cgil, la Uilcom, l’Ugl Tlc, lo Snater e la Libersind-ConfSal – rispondono così “alle scelte del consiglio di amministrazione Rai di cedere parte della proprietà della società pubblica che gestisce la rete trasmittente del servizio pubblico radiotelevisivo, in ossequio a un’indicazione del governo avente come unica finalità la copertura economica delle richieste generate dal decreto Irpef” (gli 80 euro in busta paga, ndr).
“Il dubbio – aggiungono le sigle delle Tlc – è che dietro questa operazione ci siano gruppi di potere pronti ad aggiudicarsi un asset prezioso, già interamente convertito al digitale grazie a un investimento della Rai di 400 milioni, e dall’altra l’interesse a depotenziare e marginalizzare la Rai sul mercato radiotelevisivo e nella fornitura di servizi legati alla trasmissione di contenuti”.
Un segnale del prossimo futuro di Ra Way è arrivato dalla riunione convocata il 23 luglio da Gubitosi. L’occasione era la presentazione dell’attività del management di Rai Way, a ottanta tra imprenditori, dirigenti, banchieri, avvocati e rappresentanti del settore della telefonia mobile. Un possibile obiettivo di Rai Way, annotava Aldo Fontanarosa sulla Repubblica, è quello di assumere un ruolo centrale anche nel settore della telefonia mobile magari affiancandosi ad un possibile operatore come partner. Uno scenario che non stupisce dato che corre al passo con i tempi e le necessità dettate dall’era digitale e dalla diffusione dei dispositivi mobile, con la tecnologia Lte.
Per Rai Way “l’obiettivo è la quotazione, la valorizzazione. Saremo pronti entro fine anno dal punto di vista di preparazione della società” aveva spiegato Gubitosi, durante un’audizione in commissione Trasporti alla Camera. “Il tema vero – aggiunge – è se c’è stabilità dei mercati finanziari sufficiente da operare bene, c’è stata una certa volatilità recentemente”. Riferendosi probabilmente a Sisal e Rottapharm, costrette per quei motivi a rinunciare alla quotazione. «Tuttavia, la società sarà pronta in autunno, di questo non ho motivi per dubitarne» assicura Gubitosi, che prosegue nella digitalizzazione della televisione pubblica, con il piano di renderla un modello più simile alla Bbc britannica.
Il piano di Gubitosi si chiama 15 Settembre. Approvato oggi dal cda, è stato svelato venerdì da L’Espresso e prevede due super-redazioni per l’informazione, come meno direttori di telegiornale e meno poltrone. “Il 15 settembre del 1979 nacquero la Tgr e il Tg3 completando l’assetto delle testate. Da quel giorno sono passati 35 anni – ha detto Gubitosi -. C’è stato un cambiamento politico, sociale, tecnologico, economico, mediatico epocale. Ma noi siamo rimasti legati a quel modello, logico in uno schema senza concorrenza e con il Web inesistente”.