Da una parte il canone per la Tv di Stato sarà finanziato dagli introiti della Lotteria Italia. Dall’altra si sta studiando un meccanismo che azzeri completamente l’evasione, oggi stimata attorno ai 600 milioni di euro l’anno.
Due misure, scrive Claudio Marincola sul Messaggero, che combinate serviranno a far scendere sensibilmente l’importo del canone per i singoli cittadini, che potrebbero pagare dai 35 ai 65 euro, a seconda del loro reddito e dei consumi. Una cifra molto più bassa di quella degli ultimi anni, pari a 113 euro e 50 centesimi.
Il sistema è ancora da limare e da concordare nei dettagli con Palazzo Chigi, e per questo potrebbe essere necessaria qualche settimana in più rispetto a quanto inizialmente previsto per varare il decreto, per portarlo all’approvazione del Consiglio dei ministri e per trasmetterlo al Parlamento che sarà chiamato a convertirlo in legge.
Così, a cascata, anche il termine di pagamento per i cittadini potrebbe slittare, se il provvedimento dovesse arrivare all’approvazione dell’esecutivo dopo la fine di ottobre, e se il Parlamento dovesse prendersi tutti i tre mesi a disposizione per convertirlo in legge, per consentire alla macchina della riscossione di mettersi in moto adeguandosi ai nuovi criteri.
Ma il punto fermo, per lo staff del sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, che sta lavorando alla messa a punto del decreto, è che il governo vuole dare un segnale di cambiamento da subito, e varare quindi le nuove norme in modo che possano essere applicate già alla prossima scadenza del canone, quella di gennaio 2015.