“Buona reputazione vale più di gran ricchezza”, dice il saggio in un antico proverbio. E proprio a questo devono aver pensato i massimi dirigenti della Rai quando hanno deciso di indire una gara per affidare il servizio di valutazione della web reputation dell’azienda e dei suoi vertici. Il termine per la presentazione delle offerte è fissato alle 12 del 20 novembre. Il servizio – intanto per un anno – sarà aggiudicato con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ed è stato ideato per monitorare costantemente cosa si dice “nella rete” del presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, e del direttore generale, Luigi Gubitosi.
A chi avrà la voglia e la forza di cimentarsi in questa sfida, difficile ma senza dubbio prestigiosa, l’azienda chiede una serie di requisiti da presentare già in sede di progetto: dall’individuazione delle fonti campione al metodo di monitoraggio quotidiano e di analisi quantitativa e qualitativa dei dati raccolti, ma anche di pensare all’ottimizzazione dei contenuti in modalità multicanale (dai siti personali ai profili professionali), con l’analisi ovviamente estesa a blog, social network, newsgroup telematici, forum, siti di informazione indipendente, pagine private, siti web 2.0 di open publishing multimediale, youtube, GoogleVideo e Flickr.
L’azienda si aspetta da chi si aggiudicherà la gara che vengano evidenziati i contenuti critici, anche facendo ricorso a strumenti che automatizzino l’attribuzione di un “sentiment” ai commenti in rete, che i “siti ospite” siano catalogati con un indice di rilevanza e che ci sia la possibilità di ottenere alert automatici via mail sulle questioni più critiche. Tutto questo per arrivare a report quindicinali o mensili che evidenzino con chiarezza le tendenze statistiche, analizzando il posizionamento on line del presidente e del direttore generale, almeno nella fase iniziale, e segnalando i rischi più significativi.
Una volta evidenziati tutti i contenuti o gli ambiti “critici” arriverà il momento del “web washing”, per togliere le macchie dalla reputazione in rete. Non un intervento per forza di cose aggressivo, ma adeguato alle esigenze: dalla presa di posizione ufficiale dell’azienda a rettificare informazioni non corrette alle “integrazioni”, per fornire informazioni più complete e che quindi si prestino meno a essere fraintese, fino agli strumenti “proattivi” che attivano, orientano e stimolano la conversazione senza inutili entrate a gamba tesa. Una strategia che chiama in causa ogni livello della comunicazione aziendale online, come la keyword advertising, la presenza e moderazione sui social media, lo sviluppo della link popularity, e strumenti più tradizionali come i comunicati stampa e le tecniche di Pr online.
Il tetto massimo dell’offerta stabilita dall’azienda per la gara è di 90mila euro onnicomprensivi, Iva esclusa.