Francesco Caio, incaricato dal governo di stilare un rapporto sullo stato delle reti di tlc in Italia, ha incontrato stamani il viceministro allo Sviluppo economico, Antonio Catricalà, per illustrargli lo studio che fra circa 10 giorni verrà consegnato al premier Enrico Letta.
Durante il confronto, secondo quanto si apprende, Caio ha illustrato la sintesi del suo rapporto sulla banda larga che analizza la capacità dell’Italia di rispettare i target prefissati per il 2020. E’ stato toccato il tema degli investimenti sulle reti mentre non si è parlato della questione piu’ spinosa dello scorporo della rete di Telecom Italia. Catricalà ha sempre sostenuto che la soluzione migliore sia lo scorporo societario, e non anche proprietario, della rete di Telecom.
Caio ha condotto l’analisi assieme al francese Gerard Pogorel, professore emerito dell’Università ParisTech di Parigi, e all’americano Scott Marcus, già advisor della Federal Communication Commission. Mister Agenda digitale ha discusso con il viceministro della sintesi del rapporto, mentre prossimamente avverrà la consegna dell’analisi integrale. L’ulteriore passaggio sarà poi la presentazione del lavoro al presidente del Consiglio, Enrico Letta.
Il rapporto Caio punterà il dito contro il rallentamento degli investimenti nella rete internet veloce che potrebbe seriamente ritardare il raggiungimento, da parte dell’Italia entro il 2020, degli obiettivi dell’Agenda digitale. Il rapporto sottolineerà inoltre l’obsolescenza delle reti in rame e come risulti insoddisfacente la realizzazione di reti di accesso alla banda larga, tanto che solo il 14% delle famiglie italiane ha accesso alla rete a velocità maggiori di 30 Mbit/s per scaricare dati, video e filmati. Mentre sul fronte del digital divide, sono ancora 2,3 milioni gli italiani (il 4% della popolazione) rimasti senza una copertura da servizi a banda larga da rete fissa. Ritardi che, come avrà modo di sottolineare Caio, frenano la domanda di banda larga, lo sviluppo e la competitività delle nostre aziende.
Non è la prima volta che Caio è chiamato dal governo a sondare il terreno degli investimenti per la banda larga. Nel 2009 mister Agenda digitale era stato chiamato dall’allora titolare delle Comunicazioni, Paolo Romani, a stilare un rapporto simile.