BANDA LARGA

Rapporto Caio: su Ngn Italia in ritardo, Agenda digitale a rischio

Prime indiscrezioni dopo l’incontro odierno a Palazzo Chigi tra mister Agenda digitale e i tecnici del Mise: il rallentamento degli investimenti nelle nuove reti ha già creato un grosso gap. Si lavora agli ultimi ritocchi. La presentazione ufficiale entro febbraio

Pubblicato il 15 Gen 2014

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Conto alla rovescia per il rapporto di Francesco Caio, incaricato dal governo Letta, di analizzare lo stato dell’infrastruttura italiana. Oggi lo studio è stato consegnato oggi sul tavolo del viceministro allo Sviluppo con delega alle Comunicazioni Antonio Catricalà. Inoltre, sempre oggi, c’è stato un altro step nel percorso con un incontro fra Caio e i tecnici del Mise per un aggiornamento sullo stato dei lavori. Stando a quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni, si è deciso di approfondire qualche dettaglio e poi la bozza del documento sarà presentata al premier Letta.

L’incontro tra Caio e Letta, in agenda per oggi, slitta quindi di qualche giorno. Ma tra oggi e domani Caio incontrerà Catricalà per un primo confronto. Il viceministro allo Sviluppo ha messo a disposizione di Caio e dei suoi due esperti internazionali Gerard Pogorel e Scott Marcus, i tecnici e le strutture del Mise. Il testo finale sarà essere pronto per febbraio.

Il rapporto Caio punterà il dito contro il rallentamento degli investimenti nella rete internet veloce che potrebbe seriamente ritardare il raggiungimento, da parte dell’Italia entro il 2020, degli obiettivi dell’Agenda digitale. Il rapporto sottolineerà inoltre l’obsolescenza delle reti in rame e come risulti insoddisfacente la realizzazione di reti di accesso alla banda larga, tanto che solo il 14% delle famiglie italiane ha accesso alla rete a velocità maggiori di 30 Mbit/s per scaricare dati, video e filmati. Mentre sul fronte del digital divide, sono ancora 2,3 milioni gli italiani (il 4% della popolazione) rimasti senza una copertura da servizi a banda larga da rete fissa. Ritardi che, come avrà modo di sottolineare Caio, frenano la domanda di banda larga, lo sviluppo e la competitività delle nostre aziende.

Inoltre tra qualche mese arriveranno anche i risultati dell’indagine conoscitiva dell’Agcom e Antitrust, avviata il 9 gennaio, sulle prospettive di investimento nelle reti, che potrebbe anche suggerire interventi da attuare.

“L’iniziativa – si legge in una nota congiunta – si colloca nel quadro della cooperazione prevista dal protocollo d’intesa tra Agcom e Agcm e coinvolgerà gli operatori di settore”.

“L’indagine – prosegue la nota – tenuto conto dei processi di convergenza in atto a livello internazionale tra architetture di rete fisse e mobili, oltre che delle strategie degli operatori a condividere infrastrutture già esistenti ed a co-investire nella realizzazione di reti di nuova generazione, si propone di acquisire informazioni relative alle prospettive del mercato ed elementi utili per definire strategie regolamentari adeguate all’evoluzione tecnologica e di mercato, identificare la maggiori criticità concorrenziali nella fornitura di reti e servizi di comunicazioni elettroniche, favorire la promozione degli investimenti infrastrutturali e dell’innovazione per il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Agenda Digitale per il 2020”.

Non è la prima volta che Caio è chiamato dal governo a sondare il terreno degli investimenti per la banda larga. Nel 2009 mister Agenda digitale era stato chiamato dall’allora titolare delle Comunicazioni, Paolo Romani, a stilare un rapporto simile.

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