Il governo segua “il fil rouge che si ricava dal Rapporto 2009
Italia Digitale, elaborato con il Dipartimento, per recuperare il
ritardo nell’offerta in rete di servizi pubblici e privati a
cittadini ed imprese, sottolineando il fondamentale ruolo di
stimolo che la pubblica amministrazione ha nel loro sviluppo, al
fine di migliorare nettamente le condizioni dei cittadini e delle
imprese e portare consistenti risparmi alla spesa pubblica
corrente”. L’appello viene lanciato dal presidente di
Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, Stefano
Pileri nel corso della presentazione milanese
dell’“Osservatorio Italia Digitale 2.0” realizzato dal Csit
in collaborazione con il Dipartimento per la digitalizzazione
della pubblica amministrazione e l’innovazione tecnologica.
Come anticipato dal nostro giornale Pileri chiede di
accelerare “la realizzazione di infrastrutture di
telecomunicazioni di nuova generazione per non incorrere in
futuri ritardi”.
All’incontro, cui sono intervenuti Renzo Turatto, Gabriele
Galateri, Ennio Lucarelli, Alberto Tripi, Paolo Angelucci, Andrea
Ambrogetti, Diego Masi, Corrado Sciolla, Renato Ugo, sono stati
presentati i dati del Rapporto 2009 Italia Digitale, secondo i
quali nel nostro Paese solo il 47% della popolazione tra 15 e 74
anni (21,6 milioni nel 2008) accede tramite internet ai servizi
disponibili on-line. Un terzo delle aziende continua a non essere
in rete, e tra le microimprese il tasso sale al 43%. La
diffusione di piattaforme Ict di base (pc, banda larga, sito web,
software) nella fascia di imprese sopra i 50 dipendenti vede
l’Italia sostanzialmente allineata rispetto alla media dei 27
paesi Ue. In generale l’innovazione digitale è ancora poco
associata alla possibilità di sviluppare il business. Per quanto
riguarda i collegamenti in mobilità, nella seconda metà del
2008 gli utenti connessi sono stati 6 milioni di individui,
ovvero il 28% degli utenti internet a fine anno. L’utilizzo di
internet mobile appare essere segmentato in due cluster
principali: business users (imprenditori e dirigenti) e giovani
(studenti).
Ennio Lucarelli, Delegato della Presidente di
Confindustria per le Tecnologie Digitali per le Imprese
nel quadro di Industria 2015, propone di “avviare con urgenza
un programma d’innovazione industriale italiano per lo sviluppo
di piattaforme digitali a sostegno di Settori, Filiere,
Distretti, Cluster, Reti d’imprese per aumentarne la
produttività, ormai stazionaria da anni, e recuperare la caduta
delle esportazioni sui mercati internazionali”.
Alberto Tripi, delegato della Presidenza di Confindustria
per l’e-Government, ha detto tra l’altro che “le
imprese dell’Ict devono uscire dall’incertezza della crisi
economica e chiedono decisioni concrete. L’innovazione non è
un principio astratto, ma il terreno dell’economia reale sul
quale si gioca la sopravvivenza del sistema”. Secondo Tripi
“le risorse vanno perciò indirizzate in modo mirato su
progetti strategici dove pubblico e privato camminano insieme per
lo sviluppo del Paese. In questa direzione Confindustria ha
avviato Progetti-Paese per la sanità, l’energia, la logistica,
il turismo e le Pmi”. Questi progetti – ha concluso Tripi –
“affiancano il Piano e-Government 2012 del governo che può
portare nei prossimi anni a vantaggi per almeno 30 miliardi
(oltre il 2% del Pil)”.