SPETTRO RADIO

Ravera: “Bene riforma 700 Mhz, ma arriviamoci con gradualità”

La presidente di Asstel e vp vicario di Confindustria Digitale: “Serve prima rimuovere i vincoli normativi che bloccano lo sviluppo delle reti mobili. Evitare gli errori della gara 800 Mhz. Le Tlc non sono semplici fornitori di liquidità per lo Stato”

Pubblicato il 15 Mar 2016

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“La decisione proposta dalla Commissione, di assegnare alle telecomunicazioni un’ulteriore porzione di spettro radio relativa alla banda di frequenza 470-790 MHz, va nella giusta direzione per far fronte alla previsione di enorme crescita nella trasmissione dati su reti mobili. Ma dobbiamo essere consapevoli che l’Italia non è pronta ad eseguirla a causa di nodi normativi e procedurali ancora da sciogliere” è la posizione di Assotelecomunicazioni-Asstel e di Confindustria Digitale, espressa dal presidente di Asstel Dina Ravera, in occasione dell’audizione tenuta oggi presso la IX Commissione della Camera.

“E’ inoltre auspicabile – ha continuato il presidente di Asstel – che, facendo tesoro dell’esperienza vissuta con la gara per il 4G, si dia vita a un nuovo modello per estrarre valore dalle frequenze, che non sia quello di massimizzare l’introito per la concessione dei diritti d’uso grazie alla procedura di assegnazione. Con un processo allocativo intelligente, basato sulla considerazione che gli operatori di Tlc sono fornitori della piattaforma abilitante più importante per la trasformazione digitale del Paese e non meri fornitori di liquidità, lo Stato dovrebbe mirare a innescare uno sviluppo dell’ecosistema che produca entrate sulle ordinarie imposte sul reddito e sul valore aggiunto grazie alla crescita di nuovi servizi e nuovi mercati. In questo modo, invece di puntare su una entrata una tantum, lo Stato promuoverebbe le condizioni ottimali per stimolare l’investimento infrastrutturale, in una logica coerente con quella che ha ispirato il più recente intervento normativo in tema di reti di telecomunicazioni”.

Secondo il presidente di Asstel, per tenere il passo con l’Europa, va creato un contesto favorevole agendo rapidamente su due fronti. “Da una parte occorre rimuovere i vincoli normativi allo sviluppo delle reti radio mobili, dall’altra va messo in atto un piano che preveda un percorso graduale di migrazione verso altre frequenze da parte delle emittenti tv che oggi occupano la banda 700. In assenza di queste misure è impensabile che si possa manifestare un interesse diretto degli operatori di rete mobile per l’assegnazione di frequenze di fatto inutilizzabili” .

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