Per Telecom “è il momento di agire”. Con questa parole l’Ad Marco Patuano si è presentato a Londra davanti alla comunità finanziaria per presentare il piano industriale 2016-2018. “E’ il momento di agire perché c’è domanda, il mercato c’è ed adesso, dobbiamo sfruttarlo”. Telecom Italia prevede per il prossimo triennio un’accelerazione negli investimenti – sul piatto ci sono 12 miliardi- dopo aver speso 5,2 miliardi di cui 3,9 miliardi in Italia (+40%) di cui il 45% in investimenti innovativi.
Per quanto riguarda le performance finanziarie, “Telecom Italia ritiene che quella della divisione mobile evidenziata nel trimestre sia molto solida e che in futuro si proseguirà in questo modo”, ha detto Patuano. Sul debito, come indicato nella nota, il target al 2018 include la cessione di una quota di Inwit , la conversione del bond da 1,3 miliardi a novembre 2016 e la cessione di Telecom Argentina.
I ricavi dei servizi del mobile sul mercato interno nel quarto trimestre segnano +0,1%. Il dato sul fisso (-3,1%) è penalizzato invece di un confronto non omogeneo sul 2014. “In Italia abbiamo avuto un miglioramento significativo, abbiamo superato la ‘barriera zero’, lasciatemi sorridere”, ha detto Patuano con riferimento alla crescita marginale dei ricavi del mobile nell’ultimo trimestre. “E’ un numero molto solido, il trend non beneficia di nessuna partita straordinaria è una performance molto solida, continuerà in questo modo”, ha aggiunto. Diversi analisti hanno sottolineato l’andamento del mobile in Italia come elemento positivo dei risultati diffusi oggi, complessivamente giudicati deboli.
Faro sul Brasile. Il Paese ”sta attraversando una turbolenza, siamo razionali nel nostro atteggiamento e stiamo lavorando sul business, i programmi in Brasile si autofinanzieranno è garantito” ha spiegato l’Ad. Per quanto riguarda l’Argentina, l’Ad ha detto di puntare a concludere la cessione delle attività in entro il 2016, se possibile”. Stessa tempistica prevista per la cessione di Inwit.
Alla presentazione del piano è intervenuto anche il presidente Giuseppe Recchi. “Siamo la serra del nuovo sviluppo tecnologico. Siamo orgogliosi di essere identificati come la casa italiana della tecnologia”. “Le reti – ha continuato – sono investimenti di lungo termine che aprono la strada a ulteriori scoperte tecnologiche. Stiamo portando avanti una fase di intensi investimenti negli anni a venire”.
“Le nostre priorità non cambiano – ha sottolineato Recchi – Lo sviluppo delle reti ultrabroadband è ancora al centro del nostro piano 2016-2018”. Il nuovo piano di Telecom Italia, che prevede investimenti di 12 miliardi in Italia, è stato realizzato “presupponendo un crescita annua di oltre l’1%”.
Il piano industriale al 2018 tiene conto di un tasso di crescita del Pil superiore all’1%. “Come previsto da Prometeia, nei prossimi tre anni abbiamo tenuto conto di una crescita del pil superiore all’1% – ha detto – Questa è l’assunzione che abbiamo fatto nel nostro piano strategico”.
“Il vecchio piano industriale prevedeva che il target di raggiungere il 95% del territorio e il 75% delle famiglie entro il 2017 con fisso e mobile sarebbe stato raggiunto. Il nuovo piano – ha aggiunto – prevede che siano rispettati i target al 2017 e che al 2018 sia assicurata una copertura del 98% del territorio e dell’84% delle famiglie”.
Recchi, ricordando che Telecom Italia ha aderito al piano del Governo per la banda ultralarga, ha precisato: ”i dettagli sono ancora in fieri e noi non abbiamo deciso se e come aderire”. “Dove vediamo un business sostenibile noi lo trasformeremo in un business di successo ma non dobbiamo costruire reti ad ogni costo, possiamo comprare servizi dove ci sono le reti dei competitori” ha aggiunto.
Il manager ha sottolineato che intanto il gruppo di tlc sta assistendo a un progresso della domanda di connettività e di servizi digitali. “Una compagnia di tlc è premiata se fornisce servizi digitali di qualità e connettività, come chiave per la propria strategia di crescita”.
Focus anche sulla governance. “Telecom Italia continua a essere uno dei migliori modelli di corporate governance tra le società italiane quotate”, ha evidenziato, ricordando il cambio nell’azionariato della società e nel Cda dopo l’assemblea dei soci dello scorso 15 dicembre. Cambi, ha sottolineato Recchi, avvenuti “in modo disciplinato, senza causare ritardi, spaccature o distrazioni nell’attività sia ordinaria che straodinaria né nell’esecuzione del piano strategico in corso”.
Il Cfo, Piergiorgio Peluso, ha annunciato che “non è previsto alcun dividendo per questo esercizio per le azioni ordinarie, mentre per le risparmio è previsto il minimo previsto a livello di statuto”.
“Il nostro scopo è stabilizzare l’ebitda in modo che da quel momento il free cash flow sia più prevedibile” e in modo che torneremo a un livello di capex normale: non sarà sempre al 20%. A quel punto sottoporremo la politica dei dividendi al cda”, ha chiarito Patuano.