“Oggi a mio modo di vedere, più che ad una “digital tax” bisognerebbe pensare a misure di incentivazione alla rottamazione del “non digitale” ovvero si dovrebbe lavorare su un regime fiscale per cui i prodotti digitali risultano fiscalmente “favoriti” rispetto ai corrispondenti servizi fisici”. Lo ha proposto il presidente di Telecom Italia, Giuseppe Recchi, intervenendo a Capri al convegno di EY spiegando che “si potrebbe pensare anche ad un sistema progressivo ovvero un sistema in cui il sovrapprezzo dell’analogico va aumentando progressivamente nel tempo, questo permetterebbe di fornire a imprese e cittadini i giusti incentivi per compiere una graduale transizione al digitale”.
“Più che “tassa digitale”, sarebbe più opportuno chiamarle “misure di contrasto dell’elusione fiscale da parte di società multinazionali – ha aggiunto il presidente di Telecom Italia – Forse sarà un po’ meno sintetico e evocativo, ma almeno si eviterebbe di creare moltissimi malintesi. Tema di cui per altro si sta occupando anche l’Ocse e non solo il governo italiano”, ha aggiunto.
Recchi ha poi citato gli incentivi alle energie rinnovabili, gli incentivi per le auto ecologiche, osservando che “è sicuramente venuto il momento di pensare ad incentivi per il digitale. Lo schema può essere per altro disegnato per avere un impatto nullo sul gettito fiscale complessivo”.
Quanto alle iniziative di Telecom, “nei primi nove mesi dell’anno abbiamo posato circa 1,2 milioni di chilometri di fibra, mediamente ogni minuto del giorno e della notte, sabato e domeniche incluse, abbiamo posato 3 nuovi chilometri di fibra e nel 2015 abbiamo viaggiato ad una velocità di circa 180 chilometri orari”.
Sullo sviluppo dell’offerta e delle infrastrutture “c’è stata una risposta forte e chiara” da parte delle istituzioni e degli operatori privati, ha aggiunto Recchi, ricordando che, tra il 2013 e il 2014, “sono state raggiunte quasi 6 milioni di nuove linee” mentre “l’anno scorso la copertura delle reti in fibra ottica in Italia è cresciuta di 16 punti percentuali, mentre nel resto d’Europa è cresciuto di 6 punti percentuali”. Negli ultimi mesi, “stiamo procedendo al ritmo record di 400.000 linee al mese, ovvero una città delle dimensioni di Torino”.