Recchi: “Nessun preconcetto su Metroweb, ma dobbiamo creare valore per gli azionisti”

Il presidente di Telecom Italia all’assemblea: “Non abbiamo messo veti sulla società delle rete”. E sugli investimenti stranieri nella compagnia: “Chiunque porta capitali e competenze contribuisce a rafforzare il gruppo”

Pubblicato il 20 Mag 2015

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Telecom è entusiasta del piano banda ultralarga del governo, ma “sui dettagli c’è ancora molta confusione e superficialità”. Lo ha sottolineato il presidente di TI, Giuseppe Recchi, in occasione dell’assemblea dei soci. “I fatti ci dicono che siamo la soluzione, e non la causa del ritardo digitale del nostro Paese – ha proseguito Recchi ricordando i 3 miliardi di investimenti all’anno previsti nel piano industriale 2015-2017 che prevede la copertura con la rete a banda ultralarga fissa che raggiunga il 75% della popolazione, e per quella mobile il 95%. Grazie a questo piano, Recchi ritiene che l’Italia avrà “un livello di infrastrutturazione all’altezza di quello degli altri Paesi europei”. Recchi ha ribadito l’impegno a spingere verso le tecnologie fiber to the cabinet, perché Telecom Italia deve fare investimenti sostenibili: “Le infrastrutture ci saranno e saranno di qualità” ha garantito.

Recchi ha ribadito che “Telecom investe e continuerà a investire. Il nostro piano industriale prevede 3 miliardi di investimenti l’anno. Siamo il gruppo che investe di più in Italia”. Il manager ha ricordato che negli ultimi 12 mesi lo sviluppo delle reti a banda ultralarga fissa e mobile ha subito un forte accelerazione. “Abbiamo raggiunto e superato gli obiettivi fissati per il 2014 sia in termini di copertura sia in termini di performance”. Telecom Italia, ha continuato Recchi, “è un soggetto privato che deve creare valore per i suoi azionisti e non si può permettere di scavare per il gusto di scavare. Quando scaviamo lo facciamo per posare fibra ottica, nella misura in cui genera flussi incrementali capaci di remunerare l’investimento”.

Per Recchi Telecom ”è la soluzione e non la causa del ritardo digitale del nostro paese. Telecom investe e investirà”. Ricordando il piano di investimenti del gruppo il presidente di Telecom ha rimarcato che il gruppo “continua a fare investimenti senza chiedere nulla in cambio. Ma come non chiediamo aiuti e aiutini non vorremmo neanche essere penalizzati”. E ha bacchettato “molti improvvisati esperti di banda larga” che dopo la presentazione del piano industriale Telecom “si sono spesi a favore di una soluzione architetturale ritenuta maggiormente ‘a prova di futuro’ (Ftth) bollando le scelte tecnologiche di Telecom che invece prediligono soluzioni Fttc come eccessivamente cautelative”.

“Rifiutiamo la logica che gli investimenti stranieri in Telecom Italia siano pericolosi: chiunque porta capitali e competenze contribuisce a fare del nostro gruppo un gruppo più forte – ha proseguito – Gli investimenti esteri che l’Italia vuole attrarre non sono solo gli investimenti dei nostri concorrenti, che sono tute società a capitale estero, sono anche quelli di chi decide di investire in Telecom Italia. I nostri concorrenti stranieri li rispettiamo profondamente, siamo pronti a una competizione di mercato durissima, e che vinca il migliore”.

Non è vero che Telecom ha messo un veto a una società della Rete insieme ad altri operatori. “Non abbiamo alcuna posizione preconcetta rispetto all’idea di di intraprendere un cammino comune con altri soggetti – ha chiarito – Le condizioni di questo cammino – ha sottolineato parlando dell’operazione Metroweb – però devono essere tali da poter creare maggior valore per i nostri azionisti”.

“Le nuove reti sono il nostro modo di creare valore nel lungo periodo. Lo abbiamo sempre fatto e non vi è alcuna ragione per cui non dovremmo continuare a farlo anche in futuro” ha aggiunto Recchi che aveva premesso “non ci può essere chiesto di rinunciare a essere quello che siamo. Quando si tratta di costruire e gestire reti di telecomunicazioni non siamo secondi a nessuno”.

Prima dell’inizio dell’assemblea il presidente Giuseppe Recchi interpellato sul “clima” all’interno del board ha chiarito: “Non c’è alcuna spaccatura in consiglio, leggo continuamente ricostruzioni fantasiose di appassionati di dietrologie, che non esistono. Il nostro consiglio è completamente unito, ed è sempre stato tale su qualunque argomento. Procedono i lavori secondo il calendario, con l’approvazione di decisioni ed informative”. Parlando con la stampa il manager ha smentito ricostruzioni giornalistiche, che parlavano di spaccature interne al cda, e di malumori verso l’Ad Marco Patuano. “Venerdì c’è una riunione ordinaria del cda, di informativa su alcuni argomenti, ne facciamo tante durante tutto l’anno perché una società complessa come la nostra richiede che il consiglio esamini molti questioni”.

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