Recchi: “Telecom deve funzionare come una public company”

Il candidato di Telco alla presidenza: “Se eletto sosterrò le strategie dell’Ad. Il presidente deve rappresentare tutti gli azionisti”

Pubblicato il 28 Mar 2014

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Telecom Italia deve funzionare come una vera public company e il presidente deve rappresentare tutti gli azionisti allo stesso modo. Lo ha detto, in un’intervista rilasciata a Reuters, Giuseppe Recchi candidato di Telco alla presidenza di Telecom annunciando che qualora fosse eletto dall’assemblea degli azionisti di aprile sosterrà fortemente le strategie dell’Ad, Marco Patuano.

Recchi dice che Telecom negli ultimi tempi ha avuto una serie di questioni da “discutere che l’hanno distratta dalla gestione della sua attività”. “Il presidente deve essere di forte supporto all’Ad su questo, in modo che l’Ad possa focalizzarsi sulla realizzazione del business plan e della performance- ha spiegato il manager – Telecom si deve comportare come una public company, a causa delle sfide del settore e della sua importanza per gli investitori finanziari”.

“La nostra intenzione è creare valore nell’interesse di tutti gli azionisti. Non ci sono diversi tipi di azionisti, secondo me – ha sottolineato – C’è una sola categoria di azionisti, cioè ‘tutti gli azionisti'”.

Per quanto riguarda Telefonica, Recchi la considera “azionista come gli altri”. “La sua esperienza industriale potrebbe essere molto utile se si fornisce un valore di Telecom Italia”, ha evidenziato .

Recchi se la dovrà vedere in assemblea col candidato di Findim, Vito Gamberale. L’ago della bilancia saranno i fondi. A questo proposito ieri Assogestioni ha fatto sapere che gli sgr non faranno patti con nessuno.

“Andiamo a briglie sciolte, separati – ha chiarito Non andiamo a esprimere il presidente perché vogliamo rimanere di minoranza e quindi non avere ruoli esecutivi”, ha spiegato il coordinatore del comitato dei gestori, Marco Vicinanza, a margine del Salone del risparmio. Per il rinnovo del Cda Telecom Assogestioni ha candidato Lucia Calvosa, Davide Benello e Francesca Cornelli

“Non fa parte del nostro mandato fare patti di voto. E’ una scelta che ciascuna sgr farà in indipendenza. Noi presentiamo liste di minoranza ma sugli altri punti all’ordine del giorno sono scelte dei singoli gestori”, ha aggiunto. Vicinanza non fa proiezioni su come le liste Findim e dei fondi si divideranno i tre posti di minoranza in consiglio.

“Alla fine dipenderà molto dai proxy voters. A seconda che diano indicazioni in un senso o nell’altro sposteranno tanto”, ha spiegato, aggiungendo che i proxy dovrebbero esprimersi” tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima”. Nel caso in cui la lista dei fondi non conquistasse tutti e tre i posto l’ordine dei nomi “è rilevante”, ha concluso.

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