Risultati “incoraggianti” per Kpn e i test che ha condotto sui
servizi Ftth (fiber-to-the-home) e Fttc (fibre-to-the-curb). La
sperimentazione è stata avviata l’anno scorso in dieci città e
l’operatore olandese sottolinea che, nonostante l’offerta molto
limitata, l’azienda è riuscita a raggiungere in circa nove mesi
una penetrazione del 30% nelle aree coperte dalla Ftth e del 22%
per l’Fttc. Kpn è dunque convinta che, migliorando l’offerta
(in particolare, rendendo il servizio simmetico) e cercando anche
clienti all’ingrosso, la penetrazione potrà sicuramente
aumentare.
Un annuncio da parte di Kpn che ha anche lo scopo di presentare nel
migliore dei modi agli investitori la sua joint venture con
Reggefiber per la fiber-to-the-home. Tuttavia l’operatore
olandese ha anche chiarito che non sta considerando
un’implementazione della fibra a livello nazionale e che
Reggefiber è in cerca di un altro partner finanziario. Quali sono
dunque le reali intenzioni di Kpn in merito alla fibra ottica e
all’Ftth? Gli osservatori si chiedono come mai l’azienda, pur
sostenendo che la fibra è la tecnologia di comunicazione del
futuro, stia procedendo così lentamente con l’implementazione.
Il suo target di 1,1-1,3 milioni di case collegate entro il 2012
indica che Kpn intende procedere a passi lenti: farà salire il
totale al ritmo di sole 250.000 nuove connessioni ogni anno.
Kpn spiega che il sistema It non riesce a sostenere un ritmo più
veloce, ma anche che deve rispettare le linee guida della sua
strategia “Back to Growth” (Tornare a crescere) 2008 – 2010
delineata l’anno scorso. La strategia prevede un capex massimo di
2 miliardi di euro e almeno 2,4 miliardi di euro di flusso di cassa
libero nel 2010. Per Kpn innovare è importante, ma accontentare
gli investitori lo è ancor di più: pagare i dividendi, evitare
investimenti rischiosi e garantire un breve periodo di ritorno
sugli investimenti fatti – e l’Ftth ha tempi decisamente più
lunghi di quanti molti stakeholder vorrebbero, 10-15 anni. Non
sorprende che Reggefiber, che comunque copre la maggior parte dei
costi per la posa della fibra, cerchi non tanto l’appoggio dei
finanziatori privati, quanto prestiti da investitori a lungo
termine come società pubbliche, per esempio le amministrazioni
cittadine.