Reggefiber va avanti e chiede un prestito alla Bei

Obiettivo: cablare 33 città in Olanda. Ma il prestito, da 130 milioni di euro, servirà anche ad “arginare” le pressioni degli azionisti sui conti dell’azienda. Intanto Oono annuncia tre nuovi progetti nei Paesi Bassi

Pubblicato il 22 Gen 2010

Due operatori e due modelli di business per la fibra olandese, la
"storica" Reggefiber e la “piccola” Oono.
La prima ha segnato un ritorno – “gradito” lo hanno definto
gli analisti – al project financing. L’operatore, con cui Kpn
si è unita in joint venture, ha chiesto un prestito di 130 milioni
di euro alla Banca europea per gli investimenti (Bei). Il
finanziamento servirebbe a coprire i costi per portare la Ftth
(fiber-to-the-home) in 33 città grandi e piccole dei Paesi
Bassi.

Secondo gli analisti il prestito non indica un anticoncorrenziale
sostegno pubblico alle iniziative di Reggefiber, ma rappresenta un
"normale" prestito bancario alle condizioni di mercato.
Reggefiber non è il primo operatore che guarda alla Bei: lo hanno
fatto di recente Iliad in Francia, Sonaecom e Zon in Portogallo e
Stadtwerke Munich in Germania.

Le implicazioni della decisione di rivolgersi alla Banca europea
sono molteplici. Farà felici innanzitutto gli azionisti della Kpn:
se i fondi arrivano dall’esterno ci sarà meno pressione sui
conti dell’azienda. Inoltre, anche le banche commerciali
presteranno denaro a Reggefiber, visto che questa è di solito una
delle condizioni della Bei e un ritorno al finanziamento da parte
delle banche è una buona notizia per il settore delle
telecomunicazioni. Infine il prestito, tenendo conto del bilancio
di Reggefiber, non è molto elevato: la società ha un capitale
netto di 500 milioni di euro.

E se Reggefiber si affida a budget milionari, la piccola Oono
(balzata agli onori delle cronache per aver connesso il grattacielo
Red Apple di Rotterdam) ha messo in cantiere tre nuovi progetti che
includono: reti in fibra ottica per aziende (nel comune di
Waalwijk), istituti (a Tilburg) e case private (a Vught). Il
modello seguito è lo stesso in tutti i progetti: Oono è
l’operatore, le reti sono di proprietà dei clienti e il network
è aperto a tutti i service provider. L’attrezzatura di rete è
fornita da Alcatel-Lucent e si basa sulla tecnologia Gpon.

Il successo della Oono è notevole sotto molti punti di vista.
Tanto per cominciare, è una piccola società, pur godendo del
sostegno finanziario e strategico di un paio di aziende del settore
ingegneria e costruzioni. Ciò significa che non sempre sono
necessari tanti soldi (come nel caso, per esempio, di altre due
olandesi, Kpn e Reggefiber) per questo tipo di business.

Oono dimostra anche come concentrarsi sul ruolo di operatore possa
aprire il mercato, moltiplicando le iniziative e gli investimenti
sia sul segmento consumer (Ftth) che business (Ftto). Mancano il
know-how, il backhaul e i fornitori di servizi, ma la Oono funziona
da catalizzatore nel mettere insieme gli elementi necessari. La
Oono lavora anche per creare domanda, di modo che prima che si
cominci la realizzazione della rete in fibra ottica sia già
presente sufficiente richiesta per i servizi. Ma c’è un altri
segreto in questo “successo”. La società sta facendo uso
intelligente del suo piccolo monopolio nelle reti Fttx, i sistemi a
fibre ottiche dedicati all'ultimo miglio, e per il momento il
suo flusso di cassa è sufficiente a finanziare un’ulteriore
crescita. Gli incumbent sono più restii a portare la banda larga
con l’Fttx, perché “appesantiti” dalle loro reti legacy (che
la Oono non ha).

Nel lungo termine è possibile che le preziose reti di Oono
attraggano i grandi player, come Kpn, Zggo o Tele2, che vorranno
offrire i loro servizi su questi network o addirittura direttamente
acquisire la piccola società. Reggefiber potrebbe essere un
compratore, anche se la tecnologia Gpon non “dialoga” con
quella usata dalla società in cui partecipa Kpn. Per questo
potrebbero essere interessate anche Ziggo o Upc, le cui reti
possono invece più facilmente evolvere verso il Gpon.

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