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Newco della rete, Starace: “Nessun contatto con Elliott”

L’Ad di Enel nega colloqui sulla newco tra Tim e Open Fiber con il fondo di Paul Singer. Mediobanca: “Scorporo porta valore solo a breve termine”

Pubblicato il 14 Mar 2018

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Nessun contatto con Elliott sulla newco della rete che potrebbe nascere a seguito di una fusione fra gli asset di Open Fiber e Tim. Interpellato a margine di un incontro organizzato da Enel con la Fondazione Symbola, l’Ad Francesco Starace ha risposto “no” a chi gli chiedeva se fossero in corso contatti su questo tema.

La posizione sulla newco della rete è la stessa espressa qualche giorno fa dall’Ad di Open Fiber, Elisabetta Ripa. “Questa storia della società unica della rete non ci appassiona. Noi abbiamo un mandato e lo stiamo portando avanti con determinazione. Anche perché il Paese ha bisogno di un’infrastruttura in fibra. Stiamo raggiungendo la velocità di crociera”. Inoltre, “c’è un crescente interesse verso il nostro modello, che sta riscuotendo un grande successo all’estero perché stiamo portando risultati concreti”.

“Crediamo che quello del wholesale sia il modello vincente per lo sviluppo infrastrutturale – evidenziava la manager –. Lavoriamo per offrire i nostri servizi a tutti gli operatori, nessuno escluso, nel mercato delle tlc e ai broadcaster“.

Il fondo attivista di Paul Singer, oltre a conquistare posti nel cda della compagnia, punta a cambiare la direzione di marcia. Elliott vuole splittare la rete per fonderla con Open Fiber, convertire le risparmio che l’astensione di Vivendi aveva stoppato due anni fa e tornare al dividendo.

Secondo Mediobanca la cessione della Rete porterebbe a Tim un beneficio nel breve termine ma è difficile dire che sia una valorizzazione. Teorizzando una “case history” e analizzando i dati di Openreach, la business unit di Bt Group, la società evidenzia che nell’esercizio 2016/17 Openreach ha sviluppato un fatturato di 5.954 milioni (di cui 3.546 milioni internamente) con un rapporto tra ebitda e ricavi netti del 51,5%, il valore più elevato tra le business unit di Bt. Questo lascia ipotizzare che la Netcom di Tim potrebbe avere un fatturato di 3.500 milioni, un mol di 1.800 milioni e un rapporto mol/fatturato al 52% (con 20mila dipendenti e 127 milioni di km di cavi e fibra).

La settimana prossima il fondo Elliott – che si è proposto di sfidare Bolloré su governance, piani e strategie – potrebbe calare le sue carte. Lo scrive il Sole 24 Ore spiegando che il fondo chiederà l’integrazione dell’ordine del giorno per la revoca di alcuni amministratori: da cinque a sette, non di più perché altrimenti decadrebbe l’intero cda.

Il Sole parla di cinque candidati italiani per sostituire cinque consiglieri stranieri: il presidente Arnaud de Puyfontaine, l’Ad Amos Genish, i due manager di Vivendi Hervé Philippe e Frédéric Crepin, e Félicité Herzog. Il fondo attivista di Paul Singer potrebbe dare visibilità alla lista già la prossima settimana. A oggi i nomi più accreditati sono due: Paolo Dal Pino e Fulvio Conti, entrambi hanno un trascorso nel gruppo Telecom.

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