Il Paese ha bisogno di una rete di telecomunicazioni “che sia anche a controllo pubblico”: è una “questione strategica per il Paese”, rispetto alla quale sarà importante “ascoltare e confrontarsi” con tutti i player coinvolti, a partire da aziende e sindacati, nel percorso che porterà il governo a elaborare “la strategia-Paese di questo settore”. Lo ha detto Adolfo Urso, ministro per le Imprese e il Made in Italy, intervenendo a Roma al Forum delle Telecomunicazioni. Proprio su questa questione il sottosegretario all’innovazione Alessio Butti aveva annunciato, sempre durante la manifestazione promossa da Asstel-Assotelecomunicazioni e dai sindacati del comparto la propria intenzione di convocare gli ad degli operatori non soltanto “per trovare misure immediate che gli operatori giustamente chiedono, a partire dalle agevolazioni sui costi dell’energia, ma soprattutto per discutere di nuovi business model e di un rapporto di collaborazione con gli Ott”.
Una visione strategica condivisa “all’unisono” dal Governo
“Sulla rete abbiamo una visione strategica, la rete per noi è fondamentale. Occorre farla in fretta a raggiungere tutte le zone del Paese per la sicurezza nazionale e per la connettività – continua il ministro – Per quanto riguarda come organizzare questa strategia, spetta al governo nel suo complesso, stiamo analizzando i dossier, e lo realizzeremo nel tempo in cui è necessario farlo. La nostra strategia è di realizzare una rete che poi sia effettivamente a controllo pubblico e raggiunga tutti i villaggi del nostro straordinario Paese, gli strumenti per farlo dovremo deciderli all’interno del Governo e questo è un Governo che agisce insieme. Ci ripromettiamo di farlo all’unisono dopo tutte le ricognizioni necessarie“.
L’autonomia strategica dell’Europa nel digitale
Il Governo, ribadisce il ministro, è impegnato a definire una strategia che punterà al “controllo pubblico delle reti nel nostro paese”, per realizzare un’economia digitale che consentirà all’Italia di essere “protagonista con le altre economie europee nel recuperare i ritardi straordinari che l’Europa ha in questo campo”. Si tratterà di realizzare un’ “autonomia strategica nel settore digitale” a livello europeo, alla quale si potrà arrivare anche “attraverso anche investimenti stranieri, che noi gradiamo – prosegue Urso – ovviamente sottoposti al controllo che la legge ci consente di fare attraverso lo strumento del golden power”.
La necessità di colmare i ritardi
Il governo, prosegue il ministro, “è ben consapevole che l’Italia ha una posizione geopolitica e geografica strategica per l’interconnessione globale”, anche rispetto alla quale serve una “strategia di politica industriale che in questi anni è mancata“. “Ci sono dei ritardi anche recenti che dobbiamo colmare – aggiunge – che risalgono a mio avviso a trent’anni fa. Tra questi la realizzazione della rete che dobbiamo garantire sia nelle zone bianche sia nelle zone grigie. Non sarà una rete unica? forse non lo può essere più in qualche caso, ma dobbiamo garantire che nessuno dei nostri cittadini resti indietro“.
Italia dall’avanguardia alle retrovie in Europa sulle Tlc
Tornando sugli errori del passato, Urso ha sottolineato come all’inizio degli anni ’90 l’Italia potesse essere considerata “all’avanguardia nel mondo” nel campo delle Tlc: “Poi siamo diventati la retroguardia dei paesi sviluppati e dell’Europa”. Tra gli errori il ministro cita anche la privatizzazione di Telecom: “Si pensò che fosse strategica l’energia, e le aziende del settore con una partecipazione pubblica hanno mantenuto una presenza italiana internazionale di tutto rispetto su cui oggi il Paese può far leva. Invece non si comprese quanto fosse importante, e più importante ancora in futuro, il settore delle telecomunicazioni, quindi del digitale, delle interconnessioni”.