L'AUDIZIONE ALLA CAMERA

Rete unica Tlc, Bisio: “Pronti ad investire a patto che sia wholesale”

L’annuncio dell’Ad di Vodafone Italia: “Abbiamo manifestato alle istituzioni la nostra disponibilità”. E per mantenere alte le performance delle infrastrutture auspica una revisione del contesto normativo a cominciare dai limiti elettromagnetici: “Adeguarli al resto dei Paesi Ue”

Pubblicato il 08 Apr 2020

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Vodafone Italia è disponibile “a partecipare a un progetto di rete unica integrata in Italia, anche mettendoci risorse, ma a condizione che sia una società della rete vera, che offra solo servizi wholesale agli operatori retail”. A dirlo  Aldo Bisio, Ad di Vodafone Italia, nel corso di un’audizione alla commissione Trasporti e Tlc della Camera. “Alle istituzioni – ha aggiunto – abbiamo rappresentato la nostra disponibilità a investire nella rete unica integrata”.

Bisio ha poi annunciato che dinanzi all’aumento di traffico registrato con l’emergenza “stiamo programmando un aumento del 50% per mettere fisso e mobile in sicurezza”, ricordando che i dati di traffico registrati dal gruppo con l’emergenza coronavirus: “un aumento nel fisso del 60% e del 30% nel mobile, inoltre e’ stato superato il concetto di picco ma si registra un traffico costante vicino al limite”.

Nonostante l’aumento di traffico per il coronavirus le reti, ha detto, “hanno tenuto e in particolare “la rete di Vodafone ha garantito fino a oggi la piena operatività e non ha registrato significativi disservizi per i propri clienti”.

“Rispetto a periodi normali – ha aggiunto – abbiamo registrato un forte incremento del traffico dati di circa il 30% su rete mobile e del 60% su rete fissa. Questo aumento, peraltro, non si e’ concentrato in poche ore di cosiddetto picco ma si è distribuito nel corso della giornata aumentando ulteriormente la pressione sulle reti”.

Secondo Bisio per per consentirci di rafforzare ulteriormente le reti e renderle  pronte a sostenere un traffico in potenza ancora maggiore in futuro è necessario “rivedere il contesto normativo in cui operiamo e credo che si debba intervenire al piu’ presto”. Il governo, ha ricordato, “come risulta evidente dall’articolo 82 del decreto-legge ‘Cura Italia’, riconosce il ruolo strategico delle infrastrutture e dei servizi di comunicazione elettronica nella gestione dell’emergenza e ne chiede un potenziamento. Per fare questo in tempi brevi sarebbero necessari interventi urgenti di adeguamento dell’ordinamento esistente”.

“E’ necessario -ha evidenziato – un immediato adeguamento dei limiti di campo elettro-magnetico al livello degli altri principali Paesi europei (in Italia abbiamo i limiti piu’ restrittivi dell’intera Unione Europea) e sono necessarie misure di semplificazione, avvalendosi degli istituti già noti al nostro ordinamento dell’auto-certificazione e del silenzio-assenso”.

L’app per il controllo dei contagi

L’Ad ha annunciato anche che il gruppo Vodafone lavora a un’app per il tracciamento dei contagiati da coronavirus “diversa dalle soluzioni coreane e cinesi” basata sui “sistemi di valori dei cittadini europei”.

“Grazie alla collaborazione tra il gruppo Vodafone e università e centri di ricerca, siamo riusciti – ha spiegato – a sviluppare in poche settimane una app basata sulle tecnologie Gps e Bluetooth, finalizzata al tracciamento di soggetti potenzialmente entrati in contatto con il virus. Servirà inoltre una nuova governance pubblica e la definizione di principi condivisi che regolino l’applicazione di queste nuove tecnologie. Riteniamo che queste tecnologie debbano basarsi su quattro principi condivisi: devono essere controllate dalle autorità; i dati devono essere limitati alle informazioni strettamente necessarie, trattati solo per la durata dell’emergenza e residenti sui device; devono basarsi sul consenso esplicito da parte degli utilizzatori; devono essere le istituzioni nazionali a giustificarne l’esigenza ai cittadini e a confermarne la compatibilità con l’ordinamento vigente”.

Il 5G per gli ospedali

Per quanto riguarda il  5G, per Bisio, darà “una grande mano dal punto di vista capacitivo ma aiuterà anche a ridefinire in chiave digitale gran parte delle filiere, non ultima quella della sanità, dotandola della flessibilità e digitalizzazione di cui potrebbe essere bisogno nel futuro”.

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