31 miliardi di euro: questa la valutazione della rete Tim secondo Vivendi. È quanto emerge da indiscrezioni di stampa secondo cui il primo azionista della telco punta a trasferire in Netco – la società in cui si punta a far confluire gli asset di rete – almeno 10 miliardi di debito. È proprio sul debito e sulla valorizzazione della rete che si sta incentrando il confronto fra gli azionisti anche in vista della creazione della rete unica con Open Fiber. I dettagli del piano industriale saranno presentati dall’Ad Pietro Labriola il prossimo 7 luglio.
Quanto vale la rete Tim?
Il vero nodo è rappresentato dalla valorizzazione della rete Tim: Vivendi ha già fatto sapere di non essere disponibile a “svendite”.
“Penso che la separazione della rete, e la conseguente creazione di una rete unica, sia l’opzione che potenzialmente creerebbe più valore per Tim; ma se il reale valore non fosse riconosciuto, dato che siamo un investitore industriale di lungo periodo, siamo pronti a valutare altre opzioni capaci di rivelare tutto il potenziale di Tim nell’interesse di tutti gli stakeholders. Deve essere chiaro che Vivendi è il più forte difensore degli interessi di Tim in questa partita”, ha dichiarato nei giorni scorsi Arnaud de Puyfontaine, ceo di Vivendi.
Il ruolo di Cdp
Cdp in quota con il 40% e il restante 60% diviso equamente fra Kkr e Macquaire: questa l’ipotesi frutto di indiscrezioni di stampa sulla configurazione della rete unica di Tlc. Nei giorni scorsi Cassa depositi era data al 70% ma la quota era sembrata sin dall’inizio improbabile considerato il peso dei due fondi nella partita: Kkr ha il 37,5% in Fibercop, la wholesale company di Tim che rappresenterebbe il perno dell’operazione newco dopo lo scorporo – tutto da fare e da definire nei dettagli – a cui lavora l’Ad di Tim Pietro Labriola nell’ambito del nuovo piano industriale. L’australiana Macquaire da parte sua vanta il 40% in Open Fiber.
Spunta anche TopCo
Sempre secondo indiscrezioni ServCo, la società di servizi che nascerà a seguito del piano di scorporo controllerà a sua volta TopCo, azienda in cui confluiranno i Top client di Tim, Noovle, Telsy e Olivetti.
I sindacati in piazza
I rumors sono circolati alla vigilia dello sciopero nazionale proclamato dai sindacati per domani. “Le incertezze societarie ormai inaccettabili, un piano industriale proteso all’alienazione del Gruppo Tim, l’assenza di rassicurazioni da parte della politica ci costringono ancora una volta a scioperare e a manifestare con un presidio nazionale a Roma, e in piazza Cordusio a Milano dalle ore 10 in poi, a difesa dei livelli occupazionali”, sottolineano in una nota congiunta Slc Cgil, Fistel, Uilcom regionali: “Le scelte scellerate di questo piano “distruttore” di una delle più grandi aziende del Paese mette a rischio il destino lavorativo di almeno quarantamila lavoratrici e lavoratori e di altrettanti dell’indotto, oltre che far collassare l’intero sistema delle telecomunicazioni in Italia. Non possiamo accettare questo paventato ‘spezzatino’ che punta esclusivamente a una logica finanziaria e non industriale (innovazione, investimento, digitalizzazione ed infrastrutture per il Paese). Il rischio è troppo grande. Le conseguenze sia per la qualità del servizio che per i livelli occupazionali potrebbero essere drammatiche; sono questi i motivi che ci riporteranno in piazza con un intero giorno di sciopero. Sempre più indispensabile per noi diventa il coinvolgimento dell’intero settore”