Cassa Depositi e prestiti avrà il 70-77% della newco, Macquarie il 12-15%, Kkr il 10-13%, Fastweb l’1-1,5%: è quanto scrive oggi il Messaggero sulla base di una bozza del progetto. E riguardo al valore della nuova realtà frutto dell’integrazione degli asset di rete fissa di Tim e Open Fiber le valutazioni si attestano oltre i 20 miliardi e Intermonte si spinge a 25 miliardi di cui 16,7 riferibili ad asset di Tim e 8,6 a Open Fiber, con possibili sinergie per 4-5 miliardi. Stime anche da Equita e Bestinver che però hanno fatto i conti sulle due realtà frutto del progetto di scorporo a cui lavora l’Ad di Tim Pietro Labriola nell’ambito del piano industriale 2022-2024 e i cui dettagli saranno svelati il prossimo 7 luglio: secondo Equita NetCo (la società in cui confluiranno gli asset di rete) vale circa 21 miliardi (5miliardi di equity value) e Bestinver la valuta in 16,6 miliardi. Ancora da capire il perimetro dell’operazione: riflettori puntati sul destino di Sparkle e del backbone.
I sindacati in allerta sulla questione occupazionale
“I tempi delineati, 5 mesi per arrivare a un primo accordo vincolante sulla rete unica, portano a una strada lunga, tortuosa e non priva di innumerevoli incognite a partire dal mantenimento di tutti gli attuali livelli occupazionali fino ad arrivare ad ottenere le varie autorizzazioni delle Autority nazionali ed europee”: questo il commento di Salvo Ugliarolo, segretario generale Uilcom. “Quello che apprendiamo dai media è una ‘cornice’ del progetto con tela e colori tutti da scoprire, il debito attuale del Gruppo Tim, circa 22 miliardi, come viene ripartito? Gli oltre 41.000 occupati come vengono collocati, oltre la Netco e ServCo ci sarà un’altra azienda, EnterpriseCo? Quale sostenibilità economica-occupazionale avranno queste società? Tutti importanti quesiti ai quali a oggi non abbiamo alcuna risposta tangibile”.
“L’accordo tra Tim, Open Fiber e Cdp per la costruzione della rete unica in fibra rappresenta di per sé una scelta di buon senso, ma le modalità ci lasciano perplessi”, afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Da parte sua Fabrizio Solari, segretario generale della Slc Cgil evidenzia che “la realizzazione di una rete unica in fibra si propone di recuperare il tempo perduto ed è semplicemente una scelta di buon senso che il sindacato aveva indicato da anni ma la modalità con la quale si intende procedere è invece potenzialmente pericolosa per l’occupazione e per il Paese“. La prima conseguenza negativa per il sindacalista sarà “l’esclusione del nostro Paese dai processi di consolidamento in corso del settore delle telecomunicazioni a livello europeo, così migliaia di giovani qualificati non potranno trovare lavoro in Italia. Abbiamo chiesto più volte un confronto con il Governo. Ora è obbligatorio portare questa discussione alla luce del sole, fuori dalle segrete stanze della finanza globale. In gioco c’è l’interesse generale del nostro Paese”.
L’assist della politica
Sul fronte politico non molti i commenti. “L’accordo raggiunto da Tim, Cdp e Open Fiber sulla rete unica è un passo importante nel percorso di infrastrutturazione digitale del nostro Paese”, commenta Raffaella Paita, presidente della commissione Trasporti della Camera. “Un regime concorrenziale è la condizione migliore per garantire il servizio e la copertura di cui l’Italia ha bisogno. Ora si tratta di andare avanti decisi per colmare i ritardi della nostra infrastruttura con il pluralismo e la rete unica”. E per restare a Italia Viva, Luciano Nobili, capogruppo in Commissione Trasporti alla Camera considera l’accordo sulla rete unica “un tassello fondamentale del percorso da seguire per colmare il divario che separa ancora l’Italia dai parte e europei più avanzati sul piano dell’infrastrutturazione digitale. Una rete davvero moderna ed efficiente non può essere appannaggio di un solo operatore come ha ricordato il ministro Colao, ma coerentemente con l’approccio del governo Draghi una integrazione della rete non può essere il frutto di scelte dirigiste ma della collaborazione tra gli operatori, sul mercato”.
Esce allo scoperto anche la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: “Sul tema della rete unica abbiamo fatto una battaglia cinque anni fa. Quando ne parlavamo noi, non ne parlava nessuno. Il governo dice le stesse cose che Fdi diceva 5 anni fa”. Francesco Boccia, deputato Pd, accende invece i riflettori sul 5G: “Credo che ancora non ci siamo, si dovrebbe fare qualche convegno in meno e qualche atto amministrativo in più. Si dovrebbe partire dal Sud per poi collegarlo con il Nord”, ha detto dando una evidente stoccata al ministro per la Transizione digitale Vittorio Colao.
Labriola in audizione alla Camera
“Ovviamente siamo a un livello ancora molto generale delle linee. Ci rivedremo sicuramente, perché ci sono una serie di questioni che dobbiamo affrontare, però devo dire che ho trovato solido il livello di preparazione del processo di scorporo della rete”, dichiara il deputato di Leu Stefano Fassina al termine dell’audizione a porte chiuse alla commissione Trasporti della Camera dell’Ad di Tim, Pietro Labriola. Rispetto al piano industriale “è chiaro che su tutta una serie di questioni c’è un problema di riservatezza, perché il 7 luglio verrà presentato agli investitori, però mi pare che ci sia solidità nel progetto di scorporo della rete e anche di assetto complessivo. Quindi ho trovato molto confortante la relazione che ci è stata proposta. Anche sul versante personale, noi tutti abbiamo messo in evidenza la salvaguardia dell’occupazione, le prospettive di lavoro per quanto riguarda l’infrastrutturazione dell’Italia sono tali per cui vi sarà necessità di risorse umane per un periodo piuttosto lungo. Quindi, da come ci è stato esposto, mi sento piuttosto fiducioso sulla possibilità di salvaguardare in modo completo il personale coinvolto”.
“La relazione dell’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, presentata oggi in audizione lascia ben sperare sul futuro della rete unica. Anche se siamo solo in una fase iniziale, vediamo riconosciuto l’impegno del MoVimento 5 Stelle di questi anni sul progetto di una rete unica a banda ultralarga come delineato già in un nostro emendamento del 2018 che ha messo le basi per una infrastruttura appetibile e sostenibile”. commenta la deputata M5S in commissione Trasporti e telecomunicazioni Mirella Liuzzi. “Per la prima volta Tim fa un passo avanti nella direzione di un disegno che sia inclusivo e sostenibile. Ora resta da capire come tutto questo verrà tradotto nel Piano industriale che verrà presentato agli investitori il prossimo 7 luglio. Deve essere chiaro, però, che nel passaggio occorrerà salvaguardare innanzitutto i livelli occupazionali oltre a definire chiaramente lo scorporo della rete e dell’assetto finale che assumerà. Parliamo di una infrastruttura che non conosce uguali nel panorama italiano e cui farà capo la gestione dei dati mobili e digitali di milioni di cittadini, oltre che la gestione delle aree bianche del Paese. Un piano che dovrà necessariamente essere ambizioso e consentire a tutti di poter usufruire di servizi fondamentali per una effettiva e concreta digitalizzazione della penisola”.
Colao: connettività e cloud, mese di fuoco
A proposito di Colao, il ministro ha detto che “entro i primi di luglio saranno stati assegnati alle aziende tutti i fondi previsti per la connettività” e che “nel 2026 avremo reti in fibra e 5G ai migliori livelli europei”. Il ministro ha anche annunciato che “a giugno concluderemo la gara per il Polo strategico nazionale, qualcosa a cui teniamo molto, e avremo anche le prime offerte per la piattaforma nazionale di telemedicina che si collegherà ad un fascicolo sanitario elettronico finalmente armonizzato e un repository dei dati sanitari finalmente approvato tra governo e regioni grazie anche al supporto della collega Gelmini”.
Agcom: “addendum” al dossier co-investimento. Si insedia Capitanio
Il consiglio dell’Autorità è chiamato ad esaminare la richiesta di Tim di alzare i prezzi per i coinvestimenti in fibra (che vale per tutte le offerte wholesale e in particolare per il progetto Fibercop) alla luce dell’inflazione, tema che non era sul piatto fino a prima dello scoppio del conflitto in Ucraina. Si tratta quindi di un “addendum” del dossier già notificato a Bruxelles che richiederà un approfondimento e una successiva ri-notifica. Si è insediato intanto il nuovo commissario Agcom Massimiliano Capitanio.