Il progetto di rete unica di Tlc “non è stato notificato, non ho dettagli sui quali discutere, ho letto i giornali, quando sarà notificato diventerà un caso aperto. Posso dire in generale, senza commenti diretti alle società in questione, che si può senza dubbio alcuno immaginare che in un Paese ci sia un unico venditore all’ingrosso (‘wholesaler’), il problema è se è un venditore all’ingrosso indipendente o se ha legami specifici, verticalmente, con i venditori al dettaglio. Quella sarebbe una valutazione importante di concorrenza, non importa quale Paese riguardi”: esce allo scoperto il numero uno dell’Antitrust Ue Margrethe Vestager incalzata dai giornalisti all’indomani dei rumors di stampa su una posizione “contraria” dell’Antitrust Ue in merito al progetto italiano, poi smentita da un portavoce della Commissione Ue e anche da fonti del Ministero dell’Economia italiano. E questa mattina il ministro degli Affari europei Enzo Amendola si è detto fiducioso: “Non ho timori che l’Ue non approverà tale accordo. Le norme antitrust vanno considerate e non si fanno operazioni al buio”.
L’Etno: “Il piano Tim-Cdp risponde agli obiettivi europei”
Sul progetto ha detto la sua anche l’Etno, la principale associazione europea delle telco in Europa, in una nota messa nero su bianco dal vice direttore generale Alessandro Gropelli. “La Commissione europea ha tra i suoi obiettivi politici principali quello di accelerare gli investimenti nelle reti in fibra. E durante il suo discorso annuale sullo Stato dell’Unione, la Presidentessa Ursula von der Leyen ha ricordato come la connettività sia anche un elemento essenziale del Recovery Plan post-pandemia. A giudizio di Etno, il piano proposto da Tim e Cassa Depositi e Prestiti risponde pienamente a questi importanti obiettivi politici ed è fondamentale nell’implementazione di una politica industriale volta alla digitalizzazione del Paese“.
“Il piano Tim-Cdp prevede un ricorso a modelli di co-investimento che sono specificatamente premiati e incentivati dal nuovo Codice Europeo delle Comunicazioni”, evidenzia Gropelli.
L’Ad di Fastweb Alberto Calcagno: “Sulla rete unica polemiche strumentali”
E Alberto Calcagno, Ad di Fastweb, l’azienda entrata a far parte della newco FiberCop con il 4,5% di quota, definisce “strumentali” le polemiche su un possibile veto da parte dell’Antitrust Ue. “Ad oggi non c’è nulla sul tavolo, l’unico progetto è quello di FiberCop e sarà l’Agcom a ragionarci. La semplificazione tutta politica della rete unica è mal posta. Non ci sarà mai una rete unica data la pluralità di reti esistenti sia sul fisso che sul mobile. Si può parlare di co-investimenti, come abbiamo fatto da quando siamo nati”.
L’Aiip contraria alla rete unica: “Va incentivata la concorrenza”
Non concorda sul progetto di rete unica l’Aiip, l’associazione degli internet provider guidata da Giuliano Peritore: “Non c’è alcuna necessità di una “Rete unica” perché non c’è nulla che impedisce la realizzazione di una pluralità di reti in concorrenza fra loro, infatti la Commissione ha sposato la competizione infrastrutturale promuovendo gli investimenti e stimolando la concorrenza fra gli operatori. Il rispetto dell’attuale concorrenza, la parità di trattamento fra tutti gli operatori, inclusi i c.d. access-seekers, la tutela di un level playing field, sono obiettivi primari che dovrebbero governare il dibattito ma rischiano invece di essere cancellati da una Rete unica, ancor più se assoggettata al controllo di un operatore verticalmente integrato, o comunque compromessi con l’alibi del coinvestimento, tanto più in assenza di ogni disciplina al riguardo. In Italia non c’è bisogno della rete unica, ma di maggiori incentivi a realizzare reti in concorrenza fra loro, interconnesse, disaggregate e messe a fattor comune nell’interesse di cittadini e imprese – e quindi – del Paese”.
Rete unica, i nodi da sciogliere
Sul cammino del piano non mancano però gli ostacoli: ieri Enel ha reso nota l’offerta del fondo australiano Macquaire per rilevare il 50% di quota in capo alla energy company per un controvalore di 2,65 miliardi di euro. Una cifra a cui va aggiunto 1 miliardo di debito e che porta dunque a una valutazione della wholesale company pari a 7,3 miliardi di euro. Ora però bisognerà capire quanto Tim sia disposta a valutare Open Fiber nell’ambito del progetto di newco AccessCo e quale sarà il ruolo di Cdp in qualità di azionista e di “garante”.
I tempi sono stretti: Tim si è data sei mesi di tempo per arrivare a una decisione definitiva. In casa Enel l’Ad Francesco Starace ha valutato in alcune settimane, almeno un mese, il tempo tecnico per valutare l’offerta vincolante del fondo Macquaire, arrivata in azienda solo poche ore prima del cda. E la corsa contro il tempo vede nella partita anche e soprattutto Cdp. Stando a indiscrezioni il 50% in capo a Macquaire non garantirebbe al governo di accelerare sul progetto. E si sta dunque lavorando ad aumentare di uno-due punti percentuali la quota in Open Fiber in capo alla Cassa, attualmente al 50%, per garantire la maggioranza.
Fabrizio Palermo alla guida di AccessCo?
Si riuscirà a chiudere tutto prima della scadenza dei vertici Cdp ad aprile prossimo? Anche su questo sta lavorando il governo e secondo indiscrezioni a capo della “nuova” Cdp andrebbe Domenico Arcuri. Per l’attuale Ad Fabrizio Palermo sarebbe invece in ballo la poltrona più importante della newco AccessCo.
Via al tavolo delle telco
Intanto è previsto a inizio della prossima settimana la prima riunione del “tavolo” con le telco: Cdp ha convocato i vertici di Vodafone, WindTre s Sky, rispettivamente Aldo Bisio, Jeffrey Hedberg e Maximo Ibarra, per mandare avanti le discussioni in merito al progetto di rete unica. Iliad, il quarto operatore mobile, che ha annunciato l’imminente sbarco nella telefonia fissa e che quindi è più che interessato all’evoluzione del progetto ribadisce “la necessità di pari condizioni per tutti a garanzia della competizione”, sottolinea l’Ad Benedetto Levi. Resta contrario al progetto di rete unica – considerato tecnicamente impraticabile – il presidente di Cellnex, ed ex Ad di Tim, Franco Bernabè: “Non è possibile integrare le due reti (di Tim e Open Fiber, ndr). La soluzione è un accordo di interconnessione”.