BT Italia nelle mani di Retelit. L’azienda, guidata da Jorge Alvarez, ha siglato con la filiale italiana della telco Uk un accordo per l’acquisizione delle attività B2B e degli asset tricolore, che nel 2024 hanno generato ricavi per circa 160 milioni. L’intesa è subordinata ad approvazione delle Autorità competenti.
Indice degli argomenti
Gli obiettivi dell’accordo
Grazie a questo accordo Retelit potenzierà la propria rete in fibra con ulteriori 11.500 Km, per un’estensione complessiva di oltre 47.000 Km, e amplierà il proprio network di Data Center sul territorio nazionale con 10 Mw aggiuntivi di potenza, rafforzando ulteriormente il presidio del mercato corporate in Italia con un’offerta infrastrutturale e di servizi Ict più ampia in grado di supportare l’innovazione e la trasformazione digitale delle aziende italiane.
“Le oltre 360 aziende già clienti di BT in Italia che entreranno nel portafoglio Retelit – si legge in una nota di Reletit – potranno contare su una realtà dinamica interamente dedicata al B2B, che investe costantemente in asset, piattaforme tecnologiche, competenze e qualità dei propri servizi, dotata di una piattaforma infrastrutturale di proprietà che integra rete, data center e cloud che è, ad oggi, una delle più complete d’Italia”.
Le trattative esclusive con BT
Nei primi giorni di aprile Retelit era entrata in trattative esclusive per rilevare le attività di BT Italia, risultando l’unico operatore rimasto in una gara che aveva visto come partecipanti anche Tim, Ultranet e il fondo tedesco Mutares. Tra le altre offerte arrivate sul tavolo di BT c’era anche quella di Nextalia, il fondo dell’ex top banker di Mediobanca Francesco Canzonieri.
L’operazione su BT Enìa
A fine 2023 Retelit ha rilevato il 100% del capitale sociale di Bt Enìa, operatore locale che dal 1999 offre servizi di telecomunicazioni e soluzioni IT alle imprese e alla pubblica amministrazione nelle province di Parma, Reggio Emilia e Piacenza.
Con l’acquisizione di BT Enìa, il gruppo Retelit ha potenziato la rete in fibra in Italia di sua proprietà – oggi oltre 40.000 km – e ha aggiunto il data center di Parma al network che già oggi si estende da Bolzano a Bari, per un totale di oltre 30 tra data center, server farm e PoP. Il gruppo tlc, da sempre focalizzato sul B2B, ha rafforza così la sua presenza sul territorio dell’Emilia-Romagna (un’area che riveste un ruolo di primaria importanza nel Paese per l’elevata intensità di imprese – in particolare pmi) e il proprio posizionamento verso la clientela Enterprise e della pubblica amministrazione.
L’acquisizione di Sparkle
Lo scorso 14 aprile Tim ha ceduto a Sparkle a Boost BidCo, veicolo controllato dal Ministero dell’Economia e partecipato da Retelit. L’accordo, la cui valutazione è stata realizzata seguendo la disciplina prevista per le operazioni con parti correlate, determina l’enterprise value di Sparkle in 700 milioni di euro. Il prezzo per la cessione sarà pari all’enterprise value, rettificato sulla base del valore dell’indebitamento netto e del capitale circolante di Sparkle al closing. L’accordo prevede un’eventuale rettifica del prezzo, qualora non vengano raggiunti taluni obiettivi relativi all’Ebitda 2025 di Sparkle.
Il perfezionamento dell’operazione è atteso entro l’ultimo trimestre del 2025, una volta completate le attività propedeutiche, tra cui l’ottenimento delle autorizzazioni Antitrust e in materia di Golden Power.
L’accordo prevede infine la sottoscrizione al closing tra Tim e Sparkle di un contratto volto a regolare i servizi che saranno prestati reciprocamente tra le società successivamente al closing.