Dopo Bpm, Tas e il recente blitz in Banca Carige, il finanziere italiano con base a Londra Raffaele Mincione punta su Retelit, uno dei principali operatori italiani del’industria delle Tlc specializzato su banda ultra larga e infrastrutture. Secondo quanto riportato da Radiocor, Mincione è presente nella cordata raggruppata nella newco Fiber 4.0 che in questi giorni sta acquistando una quota significativa del capitale di Retelit per eleggere il nuovo cda nell’assemblea di fine aprile con l’intenzione di promuovere un sostanzioso ricambio a livello manageriale.
Fiber 4.0, di cui Mincione è presidente e detiene il 40% del capitale, aveva varie opzioni per salire al 12,82% di Retelit da esercitarsi nei confronti di due dei principali soci, il finanziere Holger Van Den Heuvel (8,35%) e la famiglia Borghi (4,47%). Radiocor indica che probabilmente un primo importante pacchetto, di circa il 9%, sia già passato di mano tra il 12 e il 13 marzo, quando sono state scambiate in tutto 14,63 milioni di azioni (contro una media giornaliera di 1,25 milioni) col titolo che si è riportato nuovamente sui massimi dal 2007. Tra gli altri principali soci di Retelit figurano i libici della Lybian Post Technology Company con il 14,8% e il fondo d’investimento tedesco Axxion, entrato nei mesi scorsi con il 5,678%. Fiber 4.0 ha invece stretto da poco un patto di sindacato con gli altri azionisti, ovvero quelli nei confronti dei quali ha esercitato ed eserciterà l’opzione di acquisto, e la famiglia vicentina dei Pretto, che raggruppa complessivamente un altro 18,36% di Retelit.
Oggi intanto Retelit ha comunicato i dati finanziari del 2017, con ricavi pari a 65,4 milioni di euro in miglioramento del 32% rispetto a 49,6 milioni dell’esercizio precedente; Ebitda a 26,9 milioni, in crescita dell’85% rispetto ai 14,6 milioni del 2016; Ebitda margin al 41,2% rispetto al 29,4% del 2016; forte miglioramento del risultato operativo (Ebit) a 12,2 milioni (2,2 milioni nel 2016) e utile netto in ascesa a 11,4 milioni, quasi quadruplicato rispetto al risultato di 2,9 milioni del 2016. L’azienda ha anche approvato il piano industriale 2018-2022, che punta su fatturato atteso tra 99-104 milioni di euro, Ebitda tra 48-51 milioni e PFN (net cash) positiva tra 155-160 milioni. La guidance per il 2018 è per un fatturato tra i67 e 71 milioni, Ebitda tra 24 e 28 milioni, investimenti
nel range 28-31 milioni e PFN positiva compresa tra 37 e 40 milioni.
“Siamo orgogliosi di poter annoverare, anche per il 2017, un risultato eccezionale, frutto di una strategia di crescita che fa seguito ad un percorso di sviluppo che ha contrassegnato gli ultimi anni. Questo appena concluso è anche l’ultimo anno del nostro mandato: un triennio di grande rilancio, in cui l’attuale squadra manageriale è stata impegnata in un processo di risanamento economico/finanziario e di riposizionamento sul mercato nazionale ed internazionale”, ha dichiarato il presidente di Retelit Dario Pardi.
La società Tlc italiana, come riportato nei giorni scorsi da CorCom, sta consolidando la sua posizione di carrier internazionale e ha ampliato la sua infrastruttura con l’inserimento di nuove tratte di capacità in Asia e in Europa, pari a 160 Gbps. Le nuove rotte vanno ad aggiungersi a quelle già operative sul cavo sottomarino AAE-1, che con i suoi 25.000 km collega tre continenti (Asia, Africa, Europa) da Marsiglia a Hong Kong, e a quelle paneuropee. Il network collega anche 70 data center tra i quali quattro in Asia (due a Singapore e due a Hong Kong) e, anche in virtù di partnership e accordi con operatori di telecomunicazioni internazionali, connette 10 paesi in Europa. Le nuove rotte rafforzano anche la presenza di Retelit in Italia e in particolare in Sicilia, dove è tra gli operatori di telecomunicazioni soci del consorzio Open Hub Med ed è presente nel Sicily Hub.