Ricerca, il Garr: “Reti nazionali centrali per l’Ict del futuro”

Il direttore del network italiano Federico Ruggeri: “Il supporto a livello di policy che viene dal G7 è il cardine per facilitare la collaborazione scientifica globale nella migliore maniera possibile”

Pubblicato il 13 Mag 2016

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“Nonostante la rete italiana Garr, come la maggior parte delle reti nazionali, sia un’organizzazione indipendente e gestita dalla comunità della ricerca e dell’istruzione, il riconoscimento del G7 è di inestimabile supporto al nostro lavoro. Il supporto a livello di policy è la chiave per facilitare la collaborazione scientifica globale nella migliore maniera possibile ed è bello vedere che questo argomento sia parte dell’agenda del G7”. Lo afferma in una nota Federico Ruggieri, direttore di GARR, la rete italiana dell’Università e della ricerca.

Un chiaro e forte riconoscimento all’importanza delle reti nazionali dell’istruzione e della ricerca, si legge in una nota del Garr, è stato dato al recente G7 ICT Ministers, il summit sulle telecomunicazioni che si è tenuto a Kagawa in Giappone.

In particolare, nella dichiarazione congiunta – sottolinra Garr – si afferma il riconoscimento dell’“importanza dello sviluppo, dell’interconnessione e dell’utilizzo delle reti nazionali dell’educazione e della ricerca che forniscono un’infrastruttura aperta per l’istruzione e la ricerca e sviluppo in grado anche di estendere la connettività in tutto il mondo”. In un secondo documento, dal titolo “Opportunità di Collaborazione” e allegato alla dichiarazione congiunta, sottolinea Garr, si afferma che “l’Unione Europea auspica una collaborazione continuativa su GÉANT che ha lo scopo di collegare la comunità della ricerca e dell’istruzione a livello globale attraverso una partnership globale”.

“Questo riconoscimento dell’importanza delle reti nazionali della ricerca e del ruolo centrale di GÉANT è un’ottima notizia – conclude il comunicato – Complessivamente, GÉANT e le reti nazionali connettono più di 50 milioni di utenti tra circa 10.000 istituti in Europa e collegano il continente a più di altri 60 Paesi nel mondo. L’interconnessione della comunità a banda ultralarga è vitale per promuovere la scienza, arricchire l’istruzione e favorire l’innovazione”.

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