Le scelte per rilanciare la crescita non possono prescindere dal
lancio di una agenda digitale concreta, per vari motivi. L’Ict è
un comparto che impiega 650.000 persone, è in grado di creare
altra occupazione soprattutto fra i giovani, ed è un polo di
innovazione per tutti i settori economici. L’adozione di
soluzioni Ict incide positivamente sulla produttività e sulla
capacità di proporsi e comunicare con il mercato a livello
globale, fattore essenziale per un paese in cui le piccole e medie
imprese rappresentano una parte così ampia del sistema economico.
La Rete produce una rivoluzione nel modo di vivere, lavorare,
apprendere che apre ampie opportunità alla società e agli
individui, favorendo la creatività e la flessibilità necessarie
per affrontare le crisi.
Tutto ciò ha una premessa, che il nostro Governo non può più
trascurare: la diffusione in tutta l’Italia di infrastrutture
tecnologiche e di rete a banda ultralarga, capaci di supportare lo
sviluppo e l’utilizzo delle applicazioni Ict da parte di tutti:
cittadini, aziende, istituzioni. Ci sono zone d’Italia dove non
arriva nemmeno l’Adsl: questo significa non poter lavorare, non
poter fruire di contenuti ricchi, non poter comunicare in modo
efficace, essere tagliati fuori dalla direzione in cui va il mondo.
Sarà essenziale trovare una formula che metta a fattor comune
l’intervento del pubblico con la disponibilità di operatori e
altre istituzioni per reperire le risorse necessarie, e per
stimolare nelle imprese e nei cittadini la domanda di servizi
evoluti, così da creare migliori opportunità di profitto.
Si dovrà lavorare anche dal punto di vista culturale. Secondo una
nostra ricerca, il 70% dei ragazzi fra i 20 e i 30 anni considera
Internet parte integrante della propria vita; è una generazione
che vive una dimensione mobile, virtuale e collaborativa che non
trova riscontro nelle opportunità offerte loro da aziende e
istituzioni. Se non vogliamo sprecare talenti e capacità, dobbiamo
adottare un approccio più aperto alla tecnologia.