Da oggi potrebbero cambiare le cose per gli utenti americani di
Internet. Specialmente per chi scarica video da siti come YouTube.
Ma anche per gli operatori. Perché va al voto la net neutrality
alla Federal Communications Commission guidata da Julius
Genachoswki. Voto caldissimo su cui le telco, come Comcast e
Verizon, si sono fino a oggi schierate in un testa a testa contro
le web company. Con le prime che chiedono nuove regole che lascino
loro mano libera nel gestire il traffico Internet, ovvero aprendo e
chiudendo i rubinetti dei bit (e valorizzando così gli
investimenti sui network). E le seconde, come Apple e Netflix, che
temono di veder ridotto il proprio business della distribuzione di
film e programmi tv a prezzi più bassi rispetto a quelli offerti
dal cavo. Il pericolo, indicano le web company, è di assistere a
una violenta manipolazione del traffico, con le telco lasciate
libere di abbassare volutamente la qualità dei siti concorrenti.
In mezzo agli schieramenti la strana coppia Google-Verizon (Google
gioca peraltro su due fronti: da un lato preme per avere qualità
più alta grazie ad accordi con gli operatori, dall’altra si
rifiuta di pagare pedaggi per il transito dei propri contenuti sul
Web): che con la sua proposta è riuscita a far pendere dalla parte
delle telco la posizione della Fcc. Accusata infatti, nel corso
delle ultime settimane, di un vistoso cambio di marcia.
La proposta che sta per andare ai voti avrà quasi sicuramente
l'appoggio dei commissari in quota democratica, che però
avrebbero voluto regole più stringenti per gli operatori. I
Repubblicani voteranno contro: ritengono inutili regole che
rischiano invece, secondo loro, di frenare gli investimenti nelle
infrastrutture. La "linea Genachoswki" prevede che gli
operatori del fisso e del mobile dovranno fornire dettagliate
informazioni su come intendono gestire il traffico e la congestione
sulle proprie reti: non potranno ricorrere a tecniche
"irragionevoli" di gestione del traffico. Ma mentre gli
operatori del fisso avranno il divieto di bloccare l’accesso a
applicazioni, servizi o device pur potendo però far pagare a
utenti e provider in base all'uso dei propri network, quelli
del mobile avranno le mani più libere, rispetto al piano
originale, nel poter favorire il traffico sulle proprie reti
rispetto a quello sulle reti altrui.
La Fcc descrive la regolamentazione che viene proposta come
“basilare per un Internet che sia piattaforma per innovazione,
investimenti, competizione e libertà di espressione”. Il piano
incontra il favore degli operatori di rete e degli investitori, ma
ciononostante rimane, secondo gli analisti, profondamente ambiguo e
passibile di interpretazioni. Secondo Free Press, associazione che
difende una riforma più radicale per la net neutrality, la Fcc si
dimostra sdraiata sulle posizioni di At&t e dei lobbisti del
cavo.