IL CHIARIMENTO UE

Rincari tariffe Tlc, Breton: “Nessuna violazione da parte di Tim e WindTre”

Il Commissario risponde a un’interrogazione sull’adeguamento delle offerte all’inflazione puntualizzando che gli utenti devono poter rescindere i contratti senza costi. Atteso il parere di Agcom

Pubblicato il 07 Feb 2023

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La Ue non boccia a monte gli aumenti automatici profilati da WindTre e Tim sul mobile dal 2024, ma è l’Agcom che si esprimerà sul tema visto che c’è un’istruttoria aperta. Questa si potrebbe concludere, secondo quanto riferito da Radiocor, entro marzo con un atto di indirizzo che avrebbe l’obiettivo di tutelare, in particolare, il diritto di recesso dei consumatori.

Non è però un esito scontato: l’istruttoria potrebbe anche concludersi con un non luogo a procedere o con una diffida.

“La direttiva 93/13/Cee prevede che tutte le clausole nei contratti stipulati con i consumatori siano eque e trasparenti, comprese le clausole relative alla modifica del prezzo inizialmente concordato. A condizione che Tim e WindTre abbiano rispettato tali disposizioni, non vi è alcun elemento che suggerisca una violazione dei diritti dei consumatori”, ha affermato Thierry Breton, commissario Ue per il mercato interno e i servizi, rispondendo a un’interrogazione dell’eurodeputato di FdI, Denis Nesci. riguardo alla decisione di Tim e WindTre.

Il focus è sul diritto di recesso

“Tim e WindTre hanno modificato le loro condizioni contrattuali introducendo un meccanismo di adeguamento automatico delle tariffe in base all’inflazione”, prosegue la risposta del commissario Ue Breton. “A norma dell’articolo 105, paragrafo 4, della direttiva (UE) 2018/1972, gli utenti finali hanno il diritto di risolvere il contratto, senza incorrere in alcun costo ulteriore”.

Sul tema non è atteso un via libera dell’Ue. I due operatori hanno annunciato che dal prossimo anno le tariffe saranno adeguate all’inflazione, e ciò avverrà automaticamente. Il problema non riguarda tanto la libertà di variare i prezzi, ma le eventuali limitazioni poste al diritto di recesso. E l’intento dell’Agcom è proprio quello di evitare, tra l’altro, che si comprima, quindi, il diritto di recesso dei consumatori.

“La Commissione”, ha concluso Breton, “seguirà attentamente gli sviluppi e le tendenze del mercato in relazione alla modifica delle tariffe al fine di individuare il prima possibile le pratiche abusive che potrebbero tradursi in una violazione dei diritti degli utenti finali o avere un impatto negativo sul mercato interno”.

Che cosa ha chiesto l’interrogazione parlamentare

“In un contesto economicamente fragile nel quale si assiste all’aumento incontrollato dei prezzi nel comparto dei consumi, le compagnie telefoniche Tim e WindTre profilano l’aumento automatico delle tariffe in base al rialzo del tasso di inflazione. Questa decisione, che non tiene in alcuna considerazione le esigenze e i diritti dei consumatori, rappresenta un ulteriore elemento di difficoltà ai bilanci delle famiglie già profondamente messi a dura prova dalla crisi pandemica, dall’inflazione e dai rincari delle materie prime”. Così si legge nell’interrogazione presentata il 7 dicembre dall’eurodeputato Nesci alla Commissione.

Le criticità sono acutizzate dal fatto che le informazioni sugli aumenti tariffari sono insufficienti e lacunose e che l’adeguamento potrebbe operare in automatico e senza essere bilanciato dalla possibilità di recesso gratuito del consumatore. Si tenga conto della legislazione dell’Ue in materia di tutela dei consumatori, in particolare la direttiva sulle pratiche commerciali sleali e sui diritti dei consumatori”, prosegue l’interrogazione.

Ed ecco i quesiti posti alla CommissioneRitiene che tali modifiche non consistano in una violazione dei diritti dei consumatori? Ritiene di adoperarsi con gli organi competenti, affinché attivino procedure per monitorare la situazione nel caso di comportamenti scorretti o illegittimi delle aziende di telefonia sopracitate? Ritiene di adottare misure di contrasto a siffatte prassi o clausole contrattuali di “aumento automatico dei prezzi in base all’inflazione”, in quanto idonee ad alimentare la spirale inflazionistica e incidere negativamente nella gestione quotidiana dei budget delle famiglie?

Aumenti dei prezzi per i consumatori

Mentre la Commissione ha ritenuto lecita la variazione dei prezzi decisa da Tim e WindTre, pur assicurando vigilanza su eventuali abusi e attendendo il parere di Agcom, le associazioni in difesa dei consumatori sono già in allarme.

Per il presidente di Consumerismo No Profit, Luigi Gabriele, la posizione dell’Ue è “una brutta notizia per i consumatori costretti ancora una volta a subire lo strapotere delle compagnie telefoniche. La decisione della Commissione Ue arriva in un momento in cui tutti gli operatori delle tlc stanno comunicando ai propri clienti modifiche unilaterali delle condizioni economiche a causa del caro-energia e dell’inflazione, con conseguenti pesanti rincari delle tariffe al pubblico. In questo momento delicato, chiediamo massima vigilanza sul rispetto del diritto dei consumatori al recesso dai contratti senza alcuna penale né costi di disattivazione dei servizi, e un rafforzamento dei diritti degli utenti rispetto allo strapotere delle società telefoniche”.

In Italia tariffe in picchiata

Da un’indagine appena pubblicata dall’Osservatorio di SosTariffe.it e Segugio.it emerge intanto che in Italia il canone medio per il mobile si attesa a 9,74 euro al mese pari a un calo dell’8% rispetto a gennaio 2022 quando il canone medio era di 10,59 euro al mese. Contemporaneamente, la “battaglia dei prezzi” si trasforma in una vera e propria “guerra dei Giga” con le tariffe che, rispetto a 12 mesi fa, ora possono contare sul 42% di GB in più ogni mese.

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