Nel Decreto Sviluppo 2, per ora soltanto in bozza, all’articolo 29, nella sezione dedicate al digital divide, spunta una norma che semplifica la vita agli operatori di Tlc, perché impedisce ai condomini di opporsi all’installazione di ripetitori e antenne sul palazzo. “Il proprietario o il condominio – si legge nel testo che modifica il Codice delle comunicazioni elettroniche – per quanto concerne, rispettivamente, l’immobile di proprietà e le parti comuni dell’edificio non possono opporsi all’accesso dell’operatore di comunicazione al fine di installare, collegare o manutenere gli elementi di rete quali fili, cavi, riparti, linee o apparati. Il diritto di accesso è consentito anche nel caso di edifici non abitati e in corso di costruzione”. Il provvedimento riguarda anche l’installazione di nuove antenne Lte, semplificando l’iter di richiesta per gli operatori che a partire da gennaio saranno impegnati nel roll out delle nuove reti 4G.
In cambio dell’installazione, la bozza del decreto prevede un’indennità al proprietario stabilita dal ministero dello Sviluppo economico “in base all’effettiva diminuzione del valore del fondo, all’onere che ad esso si impone ed al contenuto della servitù”.
Inoltre, si velocizza anche l’iter per piazzare i cavi della banda larga e ultra larga nel sottosuolo delle strade cittadine. Il decreto stabilisce la superficie massima del ripristino del manto stradale sulla base della tecnica di scavo utilizzata, quali trincea tradizionale o minitrincea. I tempi per l’accoglimento della domanda da parte dei Comuni passano da 90 a 45 giorni nei casi normali, da 30 a 15 giorni per scavi inferiori ai 200 metri. Le aziende tlc saranno inoltre esentate dal pagamento per l’occupazione di suolo pubblico.