I posssibili “sommovimenti” all’orizzonte nel mercato europeo delle Tlc continua a far brillare il titolo di Telecom Italia che prosegue il rally iniziato venerdì scorso in scia ad un report di Bernstein (rating alzato ad outperform e target price fissato a 1 euro per azione), nel quale gli esperti ponevano l’accento proprio sul coinvolgimento del gruppo nel processo di M&A nel settore europeo della telefonia. Le azioni oggi hanno guadagnato il 3,87% a 0,55 euro, dopo un massimo intraday toccato a quota 0,5645.
Nell’analisi odierna settimanale sul comparto, gli esperti ricordano che per Telecom Italia sono cambiate quattro cose: Telco probabilmente si scioglierà, il rischio di un aumento di capitale o di uno stop del Governo a eventuali deal è diminuito, l’acquisto di una semplice quota di Telco per ottenere il controllo del gruppo probabilmente verrebbe stoppato dalla stessa Telefonica e, infine, il fatto che il tapering e il rallentamento in altri mercati stanno pompando soldi in Europa e il deal Vodafone/Verizon Wireless metterà un’accelerazione alla globalizzazione del settore. Tim Brasil e Telecom Italia sono delle basi per aumentare le dimensioni e per avere una migliore impronta globale o europea.
Il titolo, notano gli analisti di Intermonte, “è al centro di speculazioni circa il potenziale consolidamento in Europa, negli articoli apparsi nel fine settimana a commento dell’operazione Verizon – Vodafone, America Moviles – Kpn. Tra le ipotesi di mercato, un’acquisizione da parte di Vodafone, che potrebbe anche puntare alla sola Fastweb, o America Movil; i gruppi potrebbero essere interessati agli asset italiani, o anche al solo Brasile. Infine”, ricordano gli esperti, la stampa ipotizza che il numero uno di TI Franco Bernabè, che ha recentemente escluso una ricapitalizzazione e la vendita di Tim Brasil, possa invece “ritentare la carta dell’aumento di capitale riservato a un socio industriale, come nel caso dei falliti tentativi di coinvolgere Sawiris e Hutchison”, allo scopo “di rafforzare la struttura patrimoniale della societa’ ed evitare il downgrade. In alternativa, potrebbe tornare in gioco anche una fusione Telefonica/Telecom”. Per Intermonte “le basse valutazioni di Telecom Italia e la necessità di evitare il downgrade, oltre alla volontà di disimpegno di parte degli azionisti italiani in Telco, unite alle attività di M&A del settore, rendono ipotizzabili tentativi di aggregazione per Telecom Italia, pur in presenza di fondamentali deboli e rischio di downgrade del debito sotto investment grade”.
La stampa Usa conferma il deal per la cessione del 45% di Verizon Wireless a Verizon. “La conferma tiene molto vivo l’interesse per la possibile ondata di M&A successiva a questo big deal. Per Telecom Italia – spiega Equita Sim – Tale attesa speculativa sarà ulteriormente sostenuta se, come atteso, nel corrente mese di settembre i soci di Telco approfittassero della finestra per disdire il patto sociale”.
Inoltre, il 15 settembre prossimo dovrebbe tenersi un Cda strategico di Telecom. “Immaginiamo che quest’ultimo aggiorni anche sul piano di scissione della rete mentre dovrebbero essere premature comunicazioni più sensitive (come negoziati con nuovi possibili soci o disponibilità a considerare la cessione di Tim Brasil) mirate a scongiurare un possibile downgrade da parte di Moody’s prima della fine dell’anno”. “Nel complesso – concludono da Equita – vediamo il titolo giustamente sostenuto da elementi speculativi di breve periodo ma con upside relativamente contenuto dall’incertezza sulla struttura finanziaria/azione delle agenzie di rating”.
Gli esperti di Mediobanca Securities, infine, ricordano che le operazioni nel comparto europeo della telefonia hanno aumentato l’interesse (e le speculazioni) sul settore e, quindi, continuano a pensare che qualcosa in Europa accadrà. Gli analisti credono anche che se Vodafone dovesse accettare l’offerta su Verizon Wireless, questo sarebbe sintomatico del fatto che Vittorio Colao ha già una chiara strategia in mente.
Chiaramente, l’interesse sta crescendo anche sul mercato italiano come conseguenza del fatto che l’insostenibile battaglia sui prezzi probabilmente potrebbe finire dopo un’estate estremamente calda e dei primi segnali di recupero a livello macro, concludono da Mediobanca Securities.
Sulle sorti di Telecom Italia è intervenuto anche Marco Fossati (Findim). ”Perchè Findim partecipi a un eventuale aumento di capitale di Telecom Italia il nostro gruppo avrebbe bisogno di un piano industriale capace di creare davvero valore per la compagnia telefonica, cui sara’ appesa la creditibilita’ del management – ha detto il socio scomodo del gruppo italiano, in un’intervista rilasciata il 30 agosto a Bloomberg e diffusa oggi, in cui pungola poi Telefonica, primo azionista di Telco col 46% – E’ giunto il momento che Telefonica dica da che parte sta: è scaduto il termine per aspettare e essere passivi, deve decidere che ruolo vuole giocare in Telecom”.
Fossati osserva infine che una eventuale vendita di Tim Brasil, peraltro esclusa dal presidente di Telecom Franco Bernabè al pari di un aumento di capitale per il gruppo, ”risolverebbe parzialmente i problemi finanziari di Telecom Italia nel breve periodo ma probabilmente comprometterebbe la futura creazione di valore dell’azione”.