La rivoluzione geospaziale è cominciata e l’Italia ha tutti gli strumenti tecnologici per realizzarla. Si tratta del trend che ha portato i nuovi strumenti della geolocalizzazione nella vita e nelle attività di tutti i giorni: accesso alle mappe e ai dati personali custoditi dalle PA, condivisione di informazioni per chi opera nella manutenzione delle infrastrutture, monitoraggio ambientale e risposta alle emergenze (pensiamo ai terremoti). “Una serie di dati che sappiamo trasformare in conoscenza, ma soprattutto in capacità operativa”, ha dichiarato Marcello Maranesi, Ceo di e-Geos, in apertura dei lavori della seconda e-Geos international conference a Roma. “I dati del satellite permettono di concentrarsi su un problema prima ancora che si presenti, di capire dove e perché qualcosa sta accadendo. L’informazione geospaziale trasforma l’industria dell’Ict – ha aggiunto Maranesi – creando nuove relazioni nella catena del valore e portando in campo nuovi player, aziende o singole persone che tramite il crowdsourcing forniscono informazioni geospaziali”.
E-Geos è il veicolo tramite il quale Asi e Telespazio (ne possiedono il 20% e l’80% rispettivamente) operano nel settore dell’osservazione della Terra per sviluppare applicazioni e servizi commerciali: tre realtà industriali che esprimono l’eccellenza italiana nel settore del geospazio: ma gli utenti e la PA sono maturi per la geospatial revolution? “I dati del satellite stanno entrando nell’uso personale e quotidiano – risponde Maranesi – e la PA riceverà una forte spinta a modernizzarsi dall’Agenda digitale varata dal governo Monti; secondo uno studio inglese il 70% delle decisioni della PA richiede informazioni georeferenziate. Ma perché la rivoluzione si attui istituzioni, industria e ricerca devono dialogare e cooperare”.
La sfida che e-Geos vuole vincere è basare il suo business sempre più sui servizi e dare rilievo alle applicazioni di realtà virtuale 3D con il rendering di città e edifici, per fornire lo strato informativo che servirà alla realizzazione delle smart cities e all’offerta di un numero pressoché illimitato di applicazioni. Tecnologie che l’Italia può esportare in tutto il mondo; e-Geos è cresciuta del 20-30% negli ultimi anni portando i suoi servizi all’estero (ha vinto tra l’altro due gare della Commissione Ue per fornire dati e mappe satellitari per la gestione delle emergenze). E Telespazio, che l’anno scorso ha celebrato i 50 anni di attività, si è appena dotata di una nuova struttura organizzativa che sostiene un business sempre più internazionale: “Nella geoinformation siamo uno dei maggiori player mondiali, con una presenza particolarmente forte in America Latina”, ha sottolineato il Ceo Carlo Gualdaroni. “Siamo leader anche nell’osservazione satellitare radar e dobbiamo puntare a garantire che la nostra industria resti sempre all’avanguardia”, ha aggiunto l’advisor del ministro della Difesa Marco Airaghi. Questa è una chiave per rilanciare il sistema Italia e rispondere alla crisi, ribadisce Nazzareno Mandolesi, President di e-Geos e membro del Cda Asi: “Tramite l’osservazione dello spazio e della Terra l’Asi fornisce sostegno allo sviluppo dei sistemi economici, mette in circolazione conoscenze collegandosi con università, centri di ricerca e Pmi, supporta la creazione di applicazioni utili per la vita di tutti i giorni”. L’eccellenza italiana è sostenuta da asset quali il teleporto del Fucino, il Centro spaziale di Matera, il programma Asi Cosmo SkyMed, il lanciatore Vega, la partecipazione alla Stazione spaziale internazionale e a molti progetti Esa tra cui il sistema Galileo.