L’industria europea delle telecomunicazioni marcia compatta contro la bozza di regolamento sul roaming proposta dal Parlamento europeo che prevede ulteriori tagli. n audizione davanti alla Europarlamento, le telco – ex incumbent ed Olo – hanno sottolineato come “i tetti proposti dall’assemblea sono talmente bassi da dissuadere i nuovi entranti a fare ingresso sul mercato”. Stando alla bozza, dal 1° luglio 2014, il costo di una chiamata effettuata da un paese estero dovrebbe essere ridotto a 15 centesimi al minuto dai 24 centesimi proposti dal commissario per l’Agenda Digitale, Neelie Kroes (attualmente il costo è di 35 centesimi al minuto), mentre per una chiamata ricevuta sarebbe di 5 centesimi (la metà di quanto proposto dalla Kroes) rispetto agli attuali 11 centesimi. Il costo per navigare in internet dal cellulare potrebbe essere portato da 50 a 20 centesimi per megabyte e anche il costo di un sms verrebbe dimezzato, a 5 centesimi.
Si tratta di tariffe – a detta delle compagnie – non in grado di garantire sufficienti margini di profitto. Ma secondo l’europarlamentare tedesca Angelika Niebler, relatrice al Parlamento europeo del documento, “le tariffe di roaming non dovrebbero nemmeno esistere in un mercato unico”.
Più cauta sulla necessità di mantenere tariffe di roaming la Kroes che ricorda come il suo piano “dovrebbe essere in grado di creare un differenziale sufficiente tra i prezzi al dettaglio e all’ingrosso per consentire una maggiore concorrenza anche con la discesa in campo di un sempre maggiore numero di operatori virtuali (in Italia ad esempio è il caso di Poste ndr), il conseguente calo dei prezzi e quindi la scomparsa dei tetti massimi, resi inevitabilmente non più necessari”.