A Roma si concentra la quasi totalità delle imprese Ict della regione Lazio e la Capitale condivide con Milano la maggiore concentrazione di imprese del Paese. In termini di addetti, l’Ict conta in Italia oltre 458.000 occupati di cui, secondo l’Istat, circa 80.000 a Roma. E’ quanto emerge dalla VI Inchiesta sul mercato del lavoro a Roma, dedicata quest’anno al settore dell’Ict. Lo studio, commissionato dall’Osservatorio sul Lavoro di Roma Capitale all’Università La Sapienza, riguarda il comparto produttivo dell’Information and Communication Technology nel suo versante più propriamente tecnologico quindi l’industria delle telecomunicazioni, quella della produzione e consulenza software e informatica e l’industria connessa a Internet.
“Il settore Ict romano soffre ovviamente le conseguenze della crisi economica che si prolunga dalla metà del 2008 – dice Gianni Celata, professore dell’Università La Sapienza e Direttore del Distretto dell’Audiovisivo e dell’Ict – ma l’inchiesta dimostra come quelle imprese Ict che hanno saputo più innovare e più aprirsi al mercato internazionale stanno resistendo meglio alla difficile congiuntura economica. Così come la crisi occupazionale pesa di meno su quelle specializzazioni professionali che si poggiano sulle certificazioni internazionali. Da qui, l’esigenza di policies nazionali e territoriali che stimolino la ripresa degli investimenti delle imprese private e della Pubblica Amministrazione in Ict che favoriscono la competitività del sistema paese nel suo complesso”.
“Investire nell’Information and Communication Technology, e nella formazione a tutti i livelli delle professioni ad esso collegate, deve essere l’obiettivo delle Pubbliche Amministrazioni anche perché, se si escludono i macro settori del commercio e delle attività professionali – dice l’assessore capitolino alle Attività Produttive Davide Bordoni – l’Ict, assorbendo circa il 9% degli occupati attivi nelle imprese romane, è il distretto a maggiore impatto occupazionale. In esso trovano collocazione le professioni intellettuali e scientifiche che provengono dai percorsi scolastici e universitari più avanzati e le imprese hanno maggiore attenzione verso la formazione interna del personale, unita alla propensione maggiore ad assumere. In questo caso sono le micro e le piccole imprese a dimostrarsi più aperte costituendo un serbatoio di professionalità che rappresenta una ricchezza per l’intero settore e per il territorio che le ospita”.
L’inchiesta ha anche mappato la localizzazione delle imprese Ict sul territorio romano individuato altre aree che si affiancano alla Tiburtina Valley, luogo ormai deputato ad ospitare la maggior parte delle aziende del settore. Si tratta dell’asse del Tevere, per la produzione e le edizioni di software; dei quattro punti cardinali, per i servizi connessi ad internet; della costellazione, per le Telecomunicazioni.