Romani: per la banda larga troveremo 864 milioni

Sulla fusione Telefonica-TI il viceministro alle Comunicazioni: “Il nostro ok dipenderà da investimenti e governance. Vogliamo vedere il progetto”. Fondi Cipe congelati, si cerca una soluzione nel project financing

Pubblicato il 28 Gen 2010

"Non si potrà espropriare la rete telefonica in caso di
fusione con gli spagnoli". Lo ha detto il viceministro
allo Sviluppo Economico Paolo Roman
i alla Camera in
occasione delle Giornate marconiane.

"Non si può non tener conto del'incumbent, Il governo ha
un segnale di attenzione sul fatto che la governance, nel caso di
un'eventuale fusione, possa essere spagnola. Ma non non si
potrà comunque mai espropriare la rete. Se la governance dovesse
essere spagnola o a prevalenza di interessi multinazionali spagnoli
potrebbe decidere di investire prima in Brasile o Argentina e poi
forse in Italia. Su questo ci deve essere chiarezza e su questo
saremo attenti e vorremo essere informati passo passo".

Il vice ministro ha ribadito l'attenzione del Governo nei
confronti della banda larga. "E' un'infrastruttura che
il Paese non può permettersi di non fare".  Il dibattito
scorporo sì-scorporo no secondo Romani è secondario rispetto a
quello "sul processo condiviso". E nell'occasione
Romani ha anche lanciato un chiaro messaggio a Telecom: "Mi
auguro che il management e gli azionisti italiani tengano ben
presente l'importanza per il Paese delle infrastrutture di Tlc.
E mi auguro che nel progetto della grande banda larga possa esserci
tutto l'interesse di Telecom".

Riguardo al Piano per abbattere il digital divide Romani ha
annunciato che "il Governo riuscirà a mettere insieme 864
milioni di euro con un'operazione finanziaria attraverso la
valorizzazione delle risorse esistenti come i fondi
Infratel".

"Riusciremo a costruire un piano operativo che prevede anche
risorse attraverso il project financing. E' un anticipo
finanziario rispetto ai soldi che dovrebbero arrivare", ha
detto Romani riferendosi agli 800 milioni che "rimangono
congelati in attesa che sia passata la crisi". Il vice
ministro ha annunciato l'avvio per febbraio di gare per
progetti sulla banda larga per 150 milioni di euro a valere sui Fes
e Fesr.

Oscar Cicchetti, direttore Techology and operations di
Telecom Italia
– in risposta alle dichiarazioni di
Vicenzo Novari, Ad di 3 Italia, secondo il quale
"nella realizzazione delle reti di nuova generazione
l'Italia è sotto scacco degli spagnoli" – ha
puntualizzato che "sulla nuova rete non si sono freni da
Telefonica. Non c'è alcun problema: stiamo collaborando con
loro in termini di sinergie a livello europeo e stiamo ottenendo
risultati importanti".

"Serve uno sforzo comune per attivare quel circolo virtuoso
tra investimenti in innovazione e contesto competitivo, cruciale
per dare impulso alla crescita dell'industria delle
comunicazioni", asupica Bianca Maria Martinelli,
Direttore Affari Pubblici e Legali di Vodafone Italia.

"Il caso della banda larga è esemplare: la crescita dei
servizi non può prescindere dall'esistenza di un ambiente di
reale competizione nella telefonia fissa. Per questo, è importante
il ruolo dei regolatori nel bilanciare le spinte dell'incumbent
– che vanno verso una deregolamentazione improntata
all'asimmetria – con la salvaguardia delle condizioni basilari
per gli operatori alternativi. E ancora, serve un'accelerazione
nella realizzazione di una nuova rete in fibra ottica. Non una
pluralità di reti concorrenti ma un'unica rete, per offrire il
massimo dello sviluppo ai minimi costi. La proposta del Governo
-lungimirante ed efficace – di una società della rete, può
certamente rappresentare un' importante leva per stimolare lo
sviluppo e l'innovazione sui servizi. E anche su questo
Vodafone è pronta a fare la sua parte".

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