Il viceministro per le Comunicazioni Paolo Romani ci riprova: si
costituirà un "Tavolo" fra tutti gli operatori di
telecomunicazioni, coordinato dal ministero per lo Sviluppo
Economico, con l'obbiettivo di trovare la quadra verso la
costruzione delle reti di nuova generazione anche in Italia. E'
questo il risultato di un incotrno svoltosi ieri sera al ministero
cui hanno partecipato l'amministratore delegato
di Telecom Italia, Franco Bernabè, e i suoi omologhi di Vodafone
Paolo Bertoluzzo, di Fastweb Stefano Parisi, di Wind Luigi
Gubitosi, di 3 Vincenzo Novari, di BT Italia Corrado Sciolla e di
Tiscali Renato Soru. Le divisioni fra loro non si sono certamente
appianate ("Non ho avuto l'impressione di trovarmi davanti
ad un cartello", scherza Romani), ma sono stati fatti alcuni
passi avanti "importanti", li ha definiti il
ministro.
Nessun comunicato finale firmato dai aprtecipanti all'incontro
(che anzi per la parte privata si sono impegnati al silenzio), ma
una specie di "silenzio-assenso" su un documento-verbale
di riunione stilato dal ministero. In esso si apre la via alla
costruzione di società miste pubblico-privato, eventualmente anche
a livello nazionale.
Gli operatori hanno condiviso la volonta' del Governo di
"costruire un modello di realizzazione in partnership
pubblico-privato". Il
modello "consiste nella condivisione di organismi, anche
societari, che presiedono allo sviluppo delle infrastrutture
passive di rete aperti alla partecipazione del Governo, delle
Regioni, di investitori istituzionali e degli operatori di
telecomunicazioni, con governance aperta, coordinamento a livello
nazionale, ma declinabile su base regionale, con la massima
flessibilita' rispetto alle esigenze delle diverse realta'
territoriali".
Il "tavolo" si riunirà subito e i primi risultati
verranno valutati già entro la prima metà di luglio. Intanto
però
gli operatori locali protestano per essere stati tenuti fuori
dal meeting.