Un “piano B” per la banda larga. Dopo la bagarre dei giorni
scorsi scoppiata delle dichiarazioni del sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, sullo stop agli 800 milioni
anti-digital divide, il ministro delle Comunicazioni, Paolo Romani,
annuncia una sorta di “compromesso” sui fondi. “Per lo
sviluppo della banda larga in Italia mancano gli 800 milioni
stanziati in Finanziaria – ha precisato Romani -. Per ora a noi
va bene che ce ne diano anche solo un terzo entro la fine
dell'anno. È probabile che alla prossima riunione del Cipe
possa esserne sbloccata una parte”. Tra i 200 e i 250
milioni.
“Mi pare che tutto il sistema politico si sia convinto,
maggioranza, opposizione e governo, della necessità di questo
investimento. L’unico che non è d’accordo è Tremonti, ma
convinceremo anche lui”. Romani ha ricordato che il progetto è
già partito. “Abbiamo già 500 milioni a disposizione con cui
già stiamo lavorando: stiamo facendo i buchi per terra, stiamo
mettendo fibra, stiamo lavorando con le regioni – ha precisato
-. Mancano questi 800 milioni che arriveranno. Non stiamo
fermando nulla. Quei soldi si aggiungeranno ai soldi che stiamo
già spendendo per un progetto che, inoltre, prevede anche la
partecipazione di investimenti privati per alcune centinaia di
milioni”.
“Capisco che ci sia un'emergenza per gli ammortizzatori
sociali nel paese ed una crisi dalla quale stiamo uscendo – ha
detto – Ma ricordiamo che anche un provvedimento economico in
questo settore ha il valore di una misura anticiclica, con 50 mila
persone che lavorano, e 33 mila piccoli cantieri che si potrebbero
aprire. Anche questo può aiutare ad uscire dalla crisi”.
Romani ha inoltre ribadito che il piano va avanti anche grazie
“alle risorse messe a disposizione dalle regioni che hanno
firmato accordi con il governo per lo sviluppo del broadband.
“Gli accordi di programma prevedono la disponibilità di risorse
per 28 milioni nel Lazio, 20 milioni nell'Emilia Romagna, 27
milioni in Lombardia, 10 milioni i Liguria, 10 in Umbria, 35 nelle
Marche, 26 nel Veneto, 28 in Calabria”, ha concluso il
viceministro.