“Abbiamo dei nuovi azionisti industriali, con un’ottica di lungo periodo, che hanno sposato il piano. E stiamo dialogando con le banche per definire una nuova capital structure”. Riccardo Ruggiero, amministratore delegato di Tiscali, spiega così in un’intervista al Sole24Ore la nuova strategia della compagnia, che ha da poco concluso la fusione con Aria Italia.
La ‘New Tiscali‘, sottolinea Ruggiero, “punta a ripartire ripulita” e il rimborso, a fine anno, di 42 milioni di debito “è stato il primo passo”. Il secondo sarà “la rinegoziazione dei restanti 82 milioni (di cui 53 con Intesa SanPaolo e 29 in mano a Hedge fund, ndr)” perché “una Tiscali senza la zavorra del debito potrà tornare a crescere“. I ricavi, aggiunge, “devono salire, ma il punto è un altro: conta la qualità dei ricavi”. Oggi Tiscali, spiega il manager, “ha una quota di mercato del 30% in Sardegna, ma dell’1,5 % circa nel resto d’Italia. Non faremo concorrenza ai big nelle grandi città”.
Il mercato di riferimento di Tiscali “resta nelle aree marginali, dove c’è il digital divide e dove porteremo l’ultra banda larga”. Aree in cui, evidenzia Ruggiero, “la domanda di Internet è altissima, attorno al 90%”. Il numero uno della nuova Tiscali ricorda che “ancora oggi l’80% del consumo di banda larga è in casa e l’unico modo per portarla in quelle zone sono le tecnologie Lte e Wireless”. Sotto questo punto di vista “Aria porterà in dote a Tiscali proprio l’Lte, mentre Tiscali ha una base clienti di 500mila abbonati”. Di questi “già 130mila sono in bitstream, ossia migrabili sulla rete Aria con immediati vantaggi. Saremo un operatore geo-marketing driven“.