Aiutare i governi nazionali e regionali a ridurre il digital divide europeo grazie all’uso della tecnologia satellitare. Questo è l’obiettivo principale delle linee guida pubblicate da Saber (SAtellite Broadband for European Regions), il progetto europeo coordinato dal Csi Piemonte, azienda di ICT, che coinvolge 26 partner, tra i quali Eutelsat, Ses Broadband Services, Astrium e 21 Enti regionali e organizzazioni ICT pubbliche e private che supportano le Regioni di 13 Paesi europei nella diffusione della banda larga.
Secondo la Commissione Europea, le connessioni via satellite sono infatti migliorate e contribuiscono a collegare il 4,5% della popolazione che non ha ancora accesso alla banda larga. Per incoraggiare il ricorso al satellite, Saber ha pubblicato i suoi primi 3 report (disponibili facendone richiesta a info@project-saber.eu), importanti informazioni pratiche che evidenziano e spiegano le potenzialità di questa tecnologia, ad oggi ancora poco utilizzata nelle iniziative pubbliche.
Nel primo report “Prime linee guida sull’approvvigionamento di servizi satellitari”, Saber assiste le Regioni europee che desiderano effettivamente adeguarsi all’obiettivo dell’Agenda Digitale Europea 2013, fornendo le linee guida per l’approvvigionamento dei servizi satellitari e consigliando come utilizzare al meglio i finanziamenti europei ancora disponibili per la fornitura di banda larga, pari a più di un miliardo di euro a fine 2012. Finanziamenti che verranno persi, se non allocati entro la fine dell’anno.
Il secondo report, “Casi di studio nazionali e regionali nell’implementazione della banda larga via satellite”, analizza una raccolta completa di case studies di Regioni europee che hanno utilizzato con successo la tecnologia satellitare. Si tratta di esempi internazionali dove le Regioni di Regno Unito, Francia, Italia, ma anche di Spagna, Norvegia e Grecia hanno commissionato e sviluppato positivamente soluzioni di banda larga satellitare.
E infine, il terzo report “Banda larga satellitare come scelta per le Regioni”, intende accrescere la conoscenza sul tema: al suo interno sono illustrati gli aspetti tecnici ed economici del satellite, evidenziati i potenziali ostacoli all’installazione di tale tecnologia e indicate le soluzioni da intraprendere. Contiene inoltre, per la prima volta, una rassegna completa delle offerte di banda larga satellitare attualmente disponibili in Europa. Un documento utilissimo per le amministrazioni pubbliche che desiderano comparare qualità e costi dei servizi sul mercato, che rivela, ad esempio, che il satellite non è una tecnologia cara, ma ha prezzi mediamente in linea con quelli delle altre tecnologie.
“Con la pubblicazione di queste importanti linee guida – sottolinea Davide Zappalà, presidente del Csi Piemonte – il Csi si conferma un attore riconosciuto anche a livello europeo, in grado di mettere a disposizione la propria esperienza e competenza a favore di importanti progetti innovativi come quello di Saber. Credo che il Consorzio debba continuare a guardare oltre i confini nazionali per valorizzare l’enorme patrimonio di soluzioni realizzate per gli enti del territorio, anche in una logica di riuso e di condivisione delle best practice del “sistema piemontese”.
“Oggi il Csi è impegnato in numerose iniziative di livello internazionale – prosegue Stefano De Capitani, Direttore Generale del Consorzio – che vedono lavorare insieme diversi Stati europei e che fanno della condivisione di prassi e metodologie il proprio valore aggiunto. Si tratta di un percorso impegnativo, ma coerente con gli obiettivi dell’Agenda Digitale Italiana ed Europea, grandi programmi di innovazione finalizzati a dare slancio alla crescita economica e alla competitività dei Paesi, attraverso l’utilizzo delle tecnologie. Una sfida che siamo pronti ad affrontare, certi che porterà in breve tempo risultati concreti per i cittadini e per le Pubbliche Amministrazioni”.
Il 27 giugno si tiene a Torino un workshop a cui prendono parte tutti i partner di Saber, a cui partecipa anche Eurisy, l’associazione no-profit costituita da Commissione Ue e tutte le principali agenzie spaziali europee, con il quale il progetto ha sottoscritto un importante accordo di collaborazione.