L’Italia è sì in ritardo nel processo di digitalizzazione, ma “nell’ultimo anno e mezzo molte cose sono state fatte nell’ambito della cabina di regia del Governo Monti e con il via libera al Decreto Crescita”. Lo ha detto oggi Roberto Sambuco, capo dipartimento Comunicazioni del Mise, al convegno Going Local Italia orgnaizzato dalla Commissione Europea.
“In questo anno e mezzo abbiamo creato l’Agid, abbiamo realizzato due Hub, uno per il cittadino e l’altro per la PA – dice Sambuco – l’Agenda Digitale non deve essere un semplice punto dell’agenda di Governo, ma una materia trasversale. Cose da fare ce ne sono molte: considerato che il digital divide è un problema superato, bisogna gestire la questione del 700 Mhz, risolvere quella dei data center e del cloud computing nella PA”.
Per lo sviluppo delle Ngn, prosegue Sambuco, “serve un modello misto pubblico-privato, per spingere gli investimenti. Penso che si andrà verso la convergenza di reti fisse e mobili – dice Sambuco – il modello di liberalizzazione degli anni ’90 non è più sostenbile. Il settore mobile ha da poco investito 4 miliardi di euro per l’asta Lte e ne dovrà investire altrettanti per il 4G. Presto servirà nuova banda”.
Sambuco auspica, inoltre, una semplificazione delle procedure di assegnazione dei fondi europei. “Nel periodo 2007-2013 ne sono stati spesi soltanto 18 milioni su un totale di 54 milioni – dice Sambuco – questo perché le procedure di assegnazione dei fondi infrastrutturali europei alle Regioni non vanno a buon fine. Per lo sviluppo del piano nazionale a banda ultralarga (Bul) abbiamo già previsto fondi per 300 milioni di euro nel periodo 2007 – 2013 nel Sud Italia. Il modello Bul va ripetuto per quanto riguarda i data center e il cloud della PA”.