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Samsung soffre in Cina. A rischio il sito di Tianjin

L’azienda starebbe valutando la chiusura dello stabilimento nella città a nord del Paese. A pesare la contrazione delle vendite degli smartphone: in soli cinque anni marketshare dal 20% a meno dell’1%. E l’aumento del costo del lavoro non aiuta

Pubblicato il 13 Ago 2018

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Non sta decisamente passando un buon momento la coreana Samsung. Il calo di vendite degli smartphone, in particolare dei Galaxy, pesa sui conti e l’azienda starebbe addirittura valutando di chiudere uno dei suoi stabilimenti produttivi in Cina, quello localizzato nella città di Tianjin, a nord del Paese.

È quanto riferisce l’agenzia Reuters a cui Samsung ha commentato “il mercato degli smartphone è in difficoltà a causa di una crescita rallentata” e che “Tianjin Samsung Telecom Technology (l’operatore che fa capo al colosso dell’elettronica e che opera nella città cinese, ndr) punta a concentrarsi su attività che aumentano la competitività e l’efficienza”. Al momento non ci sono conferme né smentite sulla dismissione dello stabilimento produttivo e il calo di vendite degli smartphone, pur notevole – appena cinque anni fa l’azienda aveva il 20% di marketshare in Cina e quest’anno è scesa a meno dell’1% schiacciata dalla competizione di Huawei e Xiaomi – non sarebbe l’unica ragione alla base della possibile decisione. I costi del lavoro in Cina stanno aumentando e dunque l’azienda si trova sempre più a fare i conti anche con maggiori spese e investimenti.

Per risalire la china Samsung sta cercando di diversificare il proprio business e appena qualche giorno fa ha annunciato un maxi investimento da 22 miliardi di dollari per potenziare le attività di ricerca in aree innovative facendo leva in particolare sull’intelligenza artificiale, sulle tecnologie per il 5G, sulle componenti elettroniche per auto e sulle applicazioni nella biofarmaceutica. L’azienda ha annunciato di voler portare a 1.000 il numero dei ricercatori impegnati sull’intelligenza artificiale e che il piano di assunzioni riguarderà più sedi a livello globale.

Continua a mettere a segno ottime performance il business dei semiconduttori – anche se non in grado di compensare il calo degli smartphone: le vendite hanno registrato un’impennata del 10% e crescono sia i chip Dram per i data center sia i chip di memoria flash Nand per lo storage ad alta capacità.

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