Gli effetti della pandemia di coronavirus si fanno sentire anche sul business di Samsung: il colosso coreano dell’elettronica ha indicato che si aspetta nel secondo trimestre 2020 una flessione generalizzata degli utili. In particolare, l’azienda prevede che le vendite e i profitti di smartphone e televisori “diminuiranno in modo significativo perché il Covid-19 influisce negativamente sulla domanda e causa chiusure di stabilimenti produttivi e negozi in tutto il mondo”, ha affermato Samsung in una nota.
L’azienda di Seul sta anche valutando un rinvio o una riduzione dei suoi investimenti nella tecnologia 5G. Tuttavia Samsung ha detto che intende andare avanti col lancio di nuovi modelli dei suoi smartphone pieghevoli e del Galaxy Note nella seconda parte dell’anno, nonostante il perdurare delle incertezze.
Il gruppo coreano ha dalla sua la solidità del business dei memory chip, da cui genera la metà degli utili e che beneficia del massiccio ricorso allo smart working e all’insegnamento a distanza.
Lo smart working fa volare domanda e prezzi dei chip
Samsung ha dichiarato che si aspetta una domanda robusta per i suoi chip destinati a server e ai Pc, perché la pandemia ha portato un numero molto maggiore di persone a lavorare da casa, a consumare contenuti in streaming e a partecipare ai programmi di didattica a distanza.
Sanjeev Rana, senior analyst di CLSA, ha dichiarato alla testata Cnbc.com che i produttori di memory chip, come Samsung, stanno enormemente beneficiando degli investimenti in data center da parte di grandi aziende come Amazon e Microsoft. “Per ora penso che il trend continuerà. Abbiamo dati sufficienti su ordini e princing per il secondo trimestre da indurci a credere che i prezzi, specialmente per le Dram per server, saliranno del 20% o addirittura 30%”.
Dopo il secondo trimestre è più difficile fare previsioni su quanto la domanda e i prezzi dei memory chip incideranno sugli utili di aziende come Samsung, ma secondo Rana i risultati del terzo trimestre saranno buoni. Una volta chiusa la fase di crisi innescata dal Covid-19 potrebbe invece verificarsi un rallentamento della domanda.
Samsung ha da parte sua ha indicato che nel secondo trimestre si aspetta che l’attività nei memory chip resti solida, “ma gli utili in generale probabilmente si contrarranno rispetto al primo trimestre perché il Covid-19 impatterà notevolmente la domanda di molti nostri prodotti core”.
Samsung ha aggiunto che nella seconda metà dell’anno le incertezze permarranno perché “la durata e l’impatto della pandemia resta sconosciuta”.
Nei tre mesi terminati a marzo Samsung ha riportato utile operativo a 6,45 trilioni di won (quasi 5,3 miliardi di dollari), in linea con le linee guida fornite, proprio grazie al fatto che il business dei memory ha bilanciato la debolezza delle vendite dei prodotti di elettronica di consumo e dei display. I ricavi totali del primo trimestre ammontano a 55,33 trilioni di won.
Regina degli smartphone 5G
Nonostante i warning e i possibili rallentamenti sulle vendite di smartphone e sugli investimenti in 5G, Samsung è già la numero uno mondiale del mercato dei cellulari per lo standard mobile di ultima generazione. Secondo le stime di Strategy Analytics, l’azienda coreana ha distribuito 8,3 milioni di smartphone 5G su scala globale nel primo trimestre del 2020 raggiungendo una quota di mercato del 34,4%.
Samsung ha tratto vantaggio, scrivono gli analisti, dalla forza della sua rete di distribuzione mondiale, dalle alleanze con gli operatori e dal successo dei suoi modelli S20 5G e S20 Ultra 5G. In classifica la sud-coreana è tallonata da Huawei che conquista una fetta del 33,2% avendo distribuito 8 milioni di smartphone 5G, quasi tutti in Cina.
La top 5 dei principali produttori di smartphone 5G è completata da altri tre vendor cinesi – Vivo, Xiaomi e Oppo – con quote, rispettivamente, del 12%, 10,4% e 5% del mercato globale.
Nel primo trimestre del 2020 il numero totale di smartphone 5G distribuiti è di 24,1 milioni di unità, stima Strategy Analytics: in soli tre mesi le vendite hanno superato i risultati dell’intero 2019, pari a 18,7 milioni di pezzi. Il boom dei primi tre mesi dell’anno in corso si deve soprattutto alla forte domanda cinese, ma anche i consumatori coreani, statunitensi ed europei sono sempre più interessati all’acquisto di smartphone 5G.