Se l’Unione Europea imporrà delle sanzioni punitive nei confronti di alcuni colossi cinesi delle Tlc, allora a esserne penalizzate potrebbero essere le aziende europee che vendono loro materie prime in Cin. E’ questo il monito lanciato oggi da un portavoce del ministero del Commercio cinese, Shen Danyang smentendo che le aziende del suo paese, in particolare Huawei e Zte, ricevano sussidi statali come invece sostiene Bruxelles.
“La loro crescita – ha puntualizzato il portavoce – è basata interamente sulla capacità di competere sul libero mercato”. Shen ha inoltre ricordato come molte imprese cinesi operino da tempo sul mercato cinese e come “la Cina non vuole che una simile situazione vantaggiosa per entrambe possa essere messa in discussione”.
L’Unione Europea contesta a Zte e Huawei di aver usufruito di finanziamenti illegali dallo Stato, grazie ai quali avrebbe praticato un forte dumping commerciale nell’area Ue. Lo scrive il Financial Times, precisando che la Commissione Europea ha raccolto indizi per mesi. Gli stati membri dell’Ue sono stati informati in un incontro a porte chiuse il 24 maggio. Le autorità Ue disporrebbero di “prove solide” del fatto che le due aziende abbiano ottenuto illegalmente aiuti dal Governo e che abbiano commercializzato i loro prodotti nell’area Ue sottocosto.
Se Bruxelles appurasse che la Cina ha davvero agito illegalmente con aiuti di Stato a favore delle due aziende, l’Ue potrebbe costringere le due aziende cinesi a modificare le tariffe in modo punitivo.
Nelle ultime settimane il commissario europeo per il Commercio Karel De Gucht ha detto chela Commissione sta programmando nuove forme di difesa per contrastare forme di sussidio statale e dumping da parte dei partner commerciali come la Cina. La Cina è il secondo partner commerciale dell’Ue dopo gli Usa, con previsione per il 2012 di scambi commerciali per un totale di 500 miliardi di euro. Ma i rapporti sono tesi. In passato De Gucht si è lamentato del fatto che la Cina sovvenziona “quasi tutto”, rendendo difficile competere.