Resta in carcere Silvio Scaglia. Il Tribunale del Riesame di Roma,
presieduto da Giuseppe D'Arma, ha respinto la richiesta di
libertà avanzata dai legali del fondatore di Fastweb, Giuseppe
Fiorella e Pier Maria Corso.
"Faremo immediatamente ricorso in Cassazione"-hanno
annunciato i due legali poco dopo-forti dell'innocenza di
Scaglia e della non sussistenza dei motivi cautelari". E
ancora "Tutta l'accusa si basa sulla supposizione che
Silvio Scaglia 'non poteva non sapere': un concetto molto
labile che non solo non costituisce una prova, ma dimostra la
totale inconsistenza dell'accusa".
Ieri i pm avevano depositato i verbali degli interrogatori in
carcer e dell'ex responsabile dell'area Grandi aziende di
Fastweb, Bruno Zito, che ha chiamato direttamente in causa
Scaglia.
L’ex numero uno di Fastweb, accusato di associazione per
delinquere finalizzata al riciclaggio e alla commissione di reati
fiscali, è in carcere dallo scorso 26 febbraio perché coinvolto
nell'inchiesta sul maxi-riciclaggio da 2 miliardi di euro, su
cui indaga la Procura di Roma, che ha investito gli ex vertici di
Fastweb e Telecom Italia Sparkle.
Confermate anche le misure di custodia cautelare per gli altri
indagati che ieri avevano presentato ricorso, tra cui Gennaro
Mokbel, considerato dai pm di Roma il capo dell'associazione
per delinquere finalizzata al riciclaggio, la moglie Giorgia Ricci
e il cognato Antonio Ricci. Resta in carcere anche l'avvocato
Paolo Colosimo, considerato dai pm l'anello di congiunzione tra
la 'ndrangheta di Capo Rizzuto e l'associazione che faceva
riferimento a Mokbel la quale avrebbe realizzato i brogli
elettorali che avrebbero portato all'elezione a senatore di
Nicola Di Girolamo.