"Nulla di nuovo sullo scorporo della rete di Telecom
Italia". Parola del ministro per lo Sviluppo economico,
Claudio Scajola. "Telecom sta valutando i propri investimenti
in Italia e la sua politica industriale – ha detto oggi Scajola -.
Lasciamoli lavorare, non mi pare che i Governi debbano intervenire.
Siamo in un Paese di libero mercato in cui le imprese si
muovono".
La puntualizzazione di Scajola arriva in risposta alla notizia,
riportata da Repubblica, del parere positivo del presidente del
consiglio Silvio Berlusconi allo scorporo, nonostante la posizione
avversa dell'Ad Franco Bernabè e dei due azionisti Mediobanca
e Generali, più favorevoli all'integrazione con l'azienda
spagnola.
Il quotidiano scrive di due ipotesi sul piatto: vendere una parte
della rete, l'ultimo miglio, a un pool di investitori
capeggiati dalla Cassa depositi e prestiti e dalle Fondazioni in
seno alla Cdp. In alternativa si potrebbe lasciare a Telecom
l'asset più importante, la rete, scorporando le attività
commerciali (clienti inclusi) che potrebbero essere vendute ad un
operatore terzo. Una terza strada aggiungerebbe allo scorporo della
rete la vendita di Tim Brasil per portare in cassa all'azienda
di Tlc italiana fra i 10 e i 12 miliardi di dollari. Una somma che
permetterebbe di abbattere, non di poco, il debito da 34 miliardi e
quindi di valorizzare il titolo in Borsa.
L'operazione "scorporo" sarebbe la più caldeggiata
da Berlusconi che secondo il quotidiano romano "in un modo o
nell’altro tenterà di mettere un piede nella rete tramite
Mediaset o suoi uomini, così da governare il delicato passaggio
dell’utilizzo della tv via Internet”.
In attesa di verificare le reazioni di Bernabè il quotidiano
romano non esclude l'ipotesi di una rimozione del manager dalla
tolda di comando per portare avanti il piano "scorporo".