Scandalo Omega. Letta: “Garantire le commesse”

L’ex Eutelia è finita sotto il controllo di una finta società britannica con falsi prestanomi. Il sottosegretario Gianni Letta invita le PA “ad assicurare una prospettiva di continuità e sviluppo”.  Tremonti: “Non è accettabile che una società quotata sia finita in questo caos”

Pubblicato il 27 Nov 2009

“Il commissariamento è la soluzione giusta”. Il ministro
dell’Economia Giulio Tremonti ieri sera ospite della trasmissione
Anno Zero di Michele Santoro dedicata in gran parte alla situazione
critica del Gruppo Omega (ex Eutelia) e in particolare delle
società Agile e Phonmedia non vede altre strade per un salvataggio
in extremis dell’azienda informatica.

“Anche se la questione non è di mia diretta competenza credo che
alla fine la soluzione giusta sia il commissariamento, o comunque
un intervento forte che metta a posto una società che ha commesse
pubbliche e anche contratti privati e che proprio da lì deve
ripartire”, ha detto Tremonti.

Il Governo questa mattina in una nota ha rivolto un appello a tutte
le pubbliche amministrazioni che hanno contratti di fornitura in
corso con il gruppo "a rispettare e conservare le commesse,
così da assicurare una prospettiva di continuità e sviluppo alla
professionalità dei lavoratori. Il governo ha anche invitato le
aziende private ad un analogo comportamento".

Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta si è
inoltre attivato con il Tribunale di Roma (sezione fallimentare),
per sollecitare l'esame delle istanze presentate dai
lavoratori.

Durante la trasmissione di Santoro è stato svelato nei dettagli il
meccanismo di scatole cinesi che ha portato il controllo
dell’azienda informatica italiana nelle mani di una società
fantasma in Gran Bretagna attraverso finti prestanomi e un capitale
sociale di una sterlina. L'azienda d'Oltremanica che ha
effettuato la registrazione della società ha dichiarato di avere
fra i propri clienti anche Tiscali. “Non è accettabile che una
società quotata in Borsa sia finita in questa situazione”, ha
puntualizzato il ministro del Tesoro. Stupore è stato espresso
anche dal segretario del Pd Pierluigi Bersani, anch’egli ospite
della trasmissione Anno Zero. "Bisogna togliere dalle mani di
questa gente l’impresa", ha detto il segretario del Pd “E
commissariare”.

Intanto stamattina i lavoratori dell'azienda stanno proseguendo
il sit in davanti palazzo Chigi.

Dopo l'incontro di ieri sera a Palazzo Chigi che ha visto
presente i rappresentanti dell'azienda e i sindacati è stato
fissato al 7 dicembre il prossimo appuntamento per fare il punto
sugli impegni presi. Letta ha fissato come termine il 5 dicembre
per il pagamento di tutte le spettanze dei lavoratori e per il
ritiro della procedura fallimentare. Ma secondo quanto riferiscono
i sindacati l'azienda non pagherà gli stipendi.

"Finché non si vedono gli stipendi è difficile fare passi
avanti – sottolinea Adolfo Rocchetti, responsabile del settore
informatico della Uilm nazionale – L'azienda è  insolvente;
non è in grado di gestire un piano industriale e malgrado le
sollecitazioni rifiuta l'impegno a pagare le retribuzioni
arretrate. Un vergogna".

"Chiediamo una sola cosa – dice il segretario nazionale della
Fiom-Cgil, Giorgio Cremaschi -. Che il governo apra al
commissariamento. Non ci sono altre strade".

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