"Il futuro di Fastweb è intatto. Con l'eliminazione della
minaccia di commissariamento, siamo tornati a concentrarci al cento
per cento nel business. In questi primi mesi dell'anno non
abbiamo registrato alcun impatto sul nostro business e sui nostri
numeri. Può esistere un rischio di reputazione, ma credo che la
trasparenza che abbiamo mostrato abbia scongiurato tale
rischio". In un'intervista al Sole 24Ore, Carsten
Schloter, ceo di Swisscom fa il punto ul presente e sul futuro di
Fastweb, l'azienda coinvolta insieme con Telecom Italia Sparkle
nell'inchiesta sul riciclaggio.
"L'aspetto più importante è che il rischio del
commissariamento è stato eliminato", sottolinea Schloter il
quale aggiunge di essere grato a Stefano Parisi "che ha
proposto la soluzione al problema proponendo la propria temporanea
autosospensione. Possiamo adesso concentrare tutte le nostre forze
nella sfida del nostro principale concorrente Telecom Italia. E se
Telecom credeva che saremmo usciti indeboliti dalla vicenda si
sbagliava".
Riguardo al ruolo di Parisi, il numero uno di Swisscom puntualizza
che il manager italiano guiderà Swisscom It Services "per
portare servizi Ict Swisscom alle agrandi aziende italiane e sarà
responsabile per gli affari regolatori e alcuni sviluppi strategici
a cui Swisscom sta pensando in Italia". Non ci saranno
cambiamenti nell'organizzazione di Fastweb: "Non è
previsto".
Schloter puntualizza che "Fastweb è molto ben posizionata.
Può contare su una rete di nuova generazione estremamente
affidabile e su una qualità di servizio che non ha uguali nel
mercato. Ritengo l'Italia un paese interessante in cui
investire: l'investimento pro capite in Tlc è molto basso e
ciò significa un gran potenziale per chi investe. E' però
fondamentale che aumenti la competizione attraverso un appropriato
quadro regolatorio. Sarebbe un errore per le autorità aumentare il
prezzo dell'unbundling senza un impegno concreto a investire da
parte di Telecom italia. Se ci sarà competizione siamo pronti a
investire in reti di nuova generazione".
Intanto sul Financial Times l'editorialista Paul Betts ha fatto
il punto sull'inchiesta italiana. "Finalmente – scrive –
si comincia a calmare il gran polverone che ha visto accusate
Fastweb e Telecom e tutto sta rientrando nell’accusa che vede
manager di medio livello aver perpetrato una frode IVA, i cui
ricavi sono andati ad alimentare criminali e i loro compagni. Pur
ammettendo che la dirigenza non fosse a conoscenza del traffico, i
pm hanno minacciato le due aziende di commissariamento, atto che è
sembrato esagerato in assenza di una condanna. Alla fine i pm
devono essersi accorti di aver oltrepassato il limite"
Passata la minaccia "ora è verosimile che Fastweb raddoppi il
suo sforzo per attirare i clienti sulla sua rete competitiva e ha
nuovi piani per espandere la sua rete nelle principali città e
attirare i clienti più profittevoli di Telecom Italia. Se è vero
che tutta la pubblicità è buona pubblicità allora la frenesia
mediatica che ha colpito Fastweb nelle scorse settimane può andare
a vantaggio di Fastweb. Carsten Schloter, che guiderà
temporaneamente Fastweb e che è anche AD di Swisscom che detiene
l’82% di Fastweb, non fa mistero che i clienti “alto
spendenti” di Telecom sono maturi per essere colti. Ora l’uomo
che ha diretto l’acquisizione di Fastweb tre anni fa, ha anche un
incentivo personale ad utilizzare il tempo in cui sarà in carica
in Italia per far sì che ciò accada".