Adesione al 90% degli informatici di Telecom Italia allo sciopero
indetto da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil per protestare contro
la riorganizzazione le attività IT che, stando ai piani
dell’operatore, dovranno confluire nella controllata Shared
service center (Scc). Il ramo d’azienda IT Operations impiega
2200 persone, 600 dei quali solo nel Lazio e gli altri dislocati a
Milano e provincia e poi a Bari, Bologna, Cagliari, Firenze,
Foggia, Messina, Napoli, Padova, Palermo, Torino, Trento e
Venezia.
“Lo sciopero in Telecom è riuscito e i lavoratori hanno
dimostrato piena consapevolezza che al destino dell'informatica
è legato quello più generale della parte industriale
dell'azienda – commenta Emilio Miceli segretario generale
Slc/Cgil -. È chiaro che il tema dell'informatica assume anche
un peso politico e chiama in causa sia la responsabilità del
governo che del regolatore. A mio parere è in atto è in atto un
preoccupante processo di dissolvenza del più grande operatore
italiano di Tlc. Ed è un primo scellerato effetto della
ostinazione del Governo e degli altri operatori di Tlc di giungere
allo scorporo della rete”.
Soddisfatta del risultato anche la Cisl. Che chiede all’azienda
un confronto immediato anche in visat del Cda previsto per giovedì
25.. “Chiediamo all'azienda Telecom di convocare
immediatamente il sindacato dopo il Cda per esaminare il piano e
verificare, così, quanti e quali investimenti intende fare per
rafforzare la rete e sviluppare la capacità di incrementare il suo
ruolo sul mercato internazionale – precisa Annamaria Furlan,
Segretario confederale della Cisl in vista della riunione del
consiglio di amministrazione convocata per giovedì prossimo. In
questo momento di crisi si ha bisogno più che mai che
un'azienda leader come Telecom, rafforzi la sua presenza sul
mercato italiano ed internazionale e la qualità dell'offerta.
Siamo stupiti delle indiscrezioni apparse in questi giorni sui
giornali sulla presenza di possibili esuberi e riteniamo, invece,
che ci si bisogno di investire nelle risorse umane e nella
professionalità dei lavoratori”.
A preoccupare sindacati e lavoratoti, oltre all’esternalizzazione
dell’IT, c’è anche il piano industriale che, stando alle
indiscrezioni di questi giorni, potrebbe contenere ulteriori tagli
all’organico.
“In Telecom non esiste il problema del costo del lavoro –
sottolinea Miceli – è assolutamente marginale e tagliarlo non
produrrebbe neanche un rimbalzo del titolo in Borsa".
Telecom Italia fa notare tuttavia che il personale passa a una
controllata al 100% del gruppo e che ha fermato la cessione di Ssc
a un passo dalla firma perché considera il comparto strategico,
con la necessità di un punto di riferimento unico per l'intero
gruppo. Dichiarazioni che, però, non hanno per rassicurato le
organizzazioni dei lavoratori. "Nei prossimi giorni
organizzeremo altre proteste", cocnlude Miceli.