La rete è consustanziale a Telecom Italia: servizi e rete sono la stessa cosa. Lo ha detto il presidente di Telecom Italia, Franco Bernabè, intervistato dal Corriere della Sera, parlando degli approfondimenti in corso con Cdp sullo scorporo della rete. “Scorporare significa avviare un processo lungo e complesso – ha detto Bernabè – del quale vanno valutate tutte le implicazioni”.
Per Telecom, ha chiarito il manager, “rete e servizi sono la stessa cosa come si vede dai numeri: 10.400 centrali, 8,9 milioni di pali, 5,6 milioni di distributori, 152mila armadi stradali, 576mila km di tracciato cavi, 400mila km di fibra”. Lo scorporo “è una decisione che non ha precedenti a livello internazionale”, ha chiarito.
Sul versante politiche pubbliche per il settore, Bernabè ha sottolineato la necessità di “intervenire sul digital divide” laddove la banda larga “non è realizzabile a condizioni di mercato”. E la nelle PA “va cambiata l’architettura informatica della PA, altrimenti l’e-gov resterà solo sulla carta”.
Una riflessione quella sulle politiche pubbliche che fa il paio con quella di fatta ieri, inaugurando il Mobile World Congress a Barcellona, quando il manager aveva evidenziato la necessità che i regolatori adottino “un approccio più lieve” che “le autorità antitrust” permettano all’industria di riorganizzarsi” e che i governi “dovrebbero evitare di gravare eccessivamente le tlc con specifiche tasse”.
Il manager ha parlato anche della cessione di Telecom Italia Media: la decisione di vendere a Urbano Cairo è stata proposta dallo stesso Bernabè, visto che la proposta dell’imprenditore “è stata ritenuta di gran lunga la migliore”, visto che “ha potuto mettere sul tavolo, in termini di prezzo, il vantaggio derivato dall’essere gestore della raccolta pubblicitaria per la tv”.
In merito al bond ibrido da 3 miliardi di euro, il presidente di Telecom ha detto che “siamo semplicemente in attesa di condizioni di mercato più stabili e favorevoli; nulla è stato congelato”.
Il manager ha ribadito l’impegno ad investire “oltre 5 miliardi all’anno nel prossimo triennio, tre dei quali in Italia”, a discapito dei dividendi di Telco che saranno dimezzati.