Un incontro urgente con i vertici di Telecom Italia. Questa la richiesta unanime dei sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, dopo la decisione pressa ieri dal Cda dell’azienda di approvare il progetto di societarizzazione della rete.
“E’ un’operazione che manca di logica industriale e finanziaria – dice Michele Azzola, segretario nazionale della Slc-Cgil – servono certezze per le famiglie dei 46mila dipendenti di Telecom Italia, a cui se ne aggiungono altrettante dell’indotto, legate alle migliaia di appalti di rete e dei call centers. Chiediamo un incontro urgente con i vertici di Telecom Italia”.
Sulla stessa linea Salvo Ugliarolo, segretario nazionale della Uilcom Uil, che già dalle prossime ore auspica un incontro con i vertici di Telecom Italia, il presidente esecutivo Franco Bernabè e l’amministratore delegato Marco Patuano: “Ci sono ancora molti dubbi rispetto alle scelte che verranno prese da Telecom Italia nei prossimi mesi – dice – Ad esempio, l’azienda ci deve comunicare tempestivamente quanti lavoratori passeranno nella newco, quale sarà il perimetro aziendale della nuova società della rete, quale la struttura e la quota di debito che sarà trasferita nella nuova società. Vorremmo capire materialmente la visione che c’è dietro a questa operazione, cosa verrà scorporato e cosa resterà sotto Telecom Italia”. Il sindacalista della Uilcom aggiunge che si aprono dubbi e incertezze anche in riferimento all’ultimo accordo siglato con Telecom Italia sul piano industriale siglato lo scorso 27 marzo: “Due mesi fa abbiamo firmato un accordo su un piano industriale che prevedeva un determinato perimetro aziendale – dice Ugliarolo – chiediamo all’azienda di comunicarci con urgenza come cambierà il perimetro aziendale di Telecom Italia alla luce della decisione di procedere con la societarizzazione”.
Per Vito Vitale, segretario della Fistel Cisl, occorre “tutelare gli interessi strategici del Paese, salvaguardare l’occupazione e mantenere le professionalità pregiate presenti nel gruppo”. Bisogna “capire quali sono le prospettive industriali sia della newco della rete sia soprattutto delle attività che restano in Telecom Italia”. La Fistel ha chiesto insieme alle altre sigle sindacali “di incontrare i vertici di Telecom per comprendere lo scenario industriale, strategico e occupazionale che si determinerà a seguito dello scorporo, sia nella nascente NewCo e sia nel Gruppo Telecom. Ritengo squilibrato l’attuale assetto occupazionale all’interno di Telecom tra le attività di Open Access, Staff e Caring con queste ultime due in eccedenza di personale come scaturito dai recenti accordi del 27 Marzo 2013 – aggiunge Vitale – è fondamentale la tutela occupazionale, il perimetro delle attività della rete e di quello che rimane nell’azienda”.
“La tutela dell’occupazione è la priorità assoluta per garantire il futuro delle circa 24mila persone che attualmente resterebbero nelle divisione Caring, Staff, Commerciale e di Information Technoly e di tutte le Aziende minori del Gruppo – aggiunge Vitale – Dovrà essere chiarito il perimetro delle attività che confluirebbero nella NewCo della Rete anche per chiarezza verso tutti i lavoratori e comprendere le strategie di Telecom sia in termini di investimenti e sia in termini del mantenimento del Business. Gli interessi strategici del Paese devono essere salvaguardati nella composizione azionaria; è necessario capire il ruolo e la partecipazione di Telecom nella nascente società della Rete che dovrà avere una Governance indipendente per assolvere al ruolo di società delle reti per lo sviluppo delle infrastrutture del Paese. Solo quando tutti questi elementi a partire dall’occupazione e dalle strategie industriali di Telecom saranno chiari e forniranno garanzie ai lavoratori e al Paese si potrà esprimere un giudizio complessivo sulla efficacia o meno di un nuovo modello industriale nel settore delle Tlc a livello europeo”.
Preoccupazione sulla decisione del Cda di Telecom Italia è stata manifestata già ieri sera dalla Cgil e dal sindacato di categoria Slc Cgil, che in una nota congiunta hanno dichiarato che “La decisione assunta oggi dal CdA di Telecom Italia di approvare il progetto di societarizzazione della rete di accesso solleva molti dubbi e necessita da subito di esplicitare una serie di elementi tutt’altro che marginali”. Una questione così delicata “non può essere affrontata con sufficienza ed approssimazione in linea con gli errori che sono stati fatti dalla privatizzazione in avanti”. La Cgil fa notare ancora come “non esiste nel mondo nessuna impresa del settore che si è fino ad oggi separata dalla propria rete”.