Telecom Italia porta lo spin off sul tavolo del governo. Il tema – secondo quanto scrive La Repubblica – è stato al centro dell’incontro che si è tenuto ieri tra il presidente esecutivo di Telecom, Franco Bernabè, e il premier Enrico Letta in vista del Cda del 23 maggio. Cda in cui, però, come scritto nei giorni scorsi, ci si limiterà ad esaminare i dettagli e le valutazioni sullo scorporo, senza deliberare nulla. Molto probabilmente si prenderà altro tempo per permettere agli azionisti di esaminare nei dettagli le proiezioni che fornirà lo stesso Franco Bernabè.
Intanto la trattativa tra Telecom Italia e H3G è arrivata di fronte a un bivio, ma rischia di non procedere oltre. Secondo La Repubblica, terminata l’istruttoria preliminare per verificare le condizioni di fattibilità di una integrazione tra Tim e il quarto operatore mobile che fa capo al magnate cinese Li Ka-Shing, le due aziende avrebbero trovato un margine – seppur stretto – per andare avanti nell’operazione. Solo che l’offerta di Hutchinson Wampoa è subordinata al via libera dei soci di Telco che dovrebbero farsi da parte per permettere al gruppo cinese di diventare il maggior azionista di Telecom Italia. E così a questo punto, prosegue il quotidiano, la palla dovrebbe passare in mano ai soci forti che però non avrebbero ancora ricevuto una proposta formale né avrebbero deciso in via preliminare sul da farsi.
L’operazione appare dunque molto complessa. Non a caso, anche se l’indagine preliminare sulle valutazione, è terminata il gruppo non avrebbe ancora convocato un board ad hoc sul tema dell’integrazione TI-H3G, come deciso invece nell’ultimo Cda dell’8 maggio.
In un incontro a Londra con la comunità finanziaria Bernabè avrebbe inoltre fatto sapere che l’offerta di 3 Italia sarebbe stata recapitata anche a Wind, a riprova della necessità di un consolidamento del mercato Tlc in Italia. Secondo gli analisti la fusione tra i cinesi e Wind creerebbe sinergie industriali ancora maggiori rispetto all’integrazione Telecom-H3G. Tuttavia – scrive La Repubblica – Wind avrebbe declinato l’offerta del gruppo cinese: se infatti, dal punto di vista industriale, l’operazione sarebbe interessante, da quello della governance un matrimonio russo-cinese presenterebbe non pochi problemi.
Secondo Moody’s Telecom Italia “non raggiungerà alcune delle performance operative prefissate per il 2013, a riprova dei forti venti contrari che metteranno a dura prova la capacità del management di raggiungere i ratios finanziari necessari a mantenere il rating attuale”. Moody’s spiega che i risultati “deludenti” del primo trimestre di Telecom “riflettono le difficoltà che la società sta incontrando nel raggiungere le performance prefissate e quindi nel mantenere il suo rating attuale”. Secondo l’agenzia, un’ulteriore pressione verso il basso del rating potrebbe svilupparsi qualora Telecom non mantenga l’obiettivo di riduzione del debito, stimato inferiore a 27 miliardi a fine 2013 (dai 28,3 miliardi al 31 dicembre 2012) e i suoi ratio finanziari non migliorino gradualmente in linea con il piano. Moody’s prevede che la recente emissione di obbligazioni ibride per 750 milioni, gli ulteriori 2,2 miliardi che saranno emessi nei 18-24 mesi successivi a febbraio 2013 e al taglio dei dividendi alleggeriranno la pressione negativa sul debito. Il rating attuale dipende dalla capacità del management di stabilizzare il calo dell’attività domestica e quindi sostenere il cash flow operativo e migliorare i parametri creditizi.