Sì allo scorporo della rete di Telecom, ma solo mantenendo – e in alcuni casi rafforzando – le regole poste a tutela della concorrenza nelle settore delle Tlc fisse in Italia. In una missiva inviata ad Agcom e Antitrust, Fastweb, Vodafone e Wind invitano a non “cedere – si legge – a qualsiasi forma di condizionamento dell’operazione in parola a un allentamento come paventato da Telecom Italia, degli attuali vincoli in capo all’incumbent”.
Gli operatori sottolineano come i potenziali vantaggi collegati allo spin off – in termini di sviluppo e sostenibilità degli investimenti – “possano concretizzarsi solo se incardinati in un quadro di regole capace di assicurare effettiva parità di condizioni competitive per tutti gli operatori”. In caso contrario – si precisa nella lettera – “Telecom Italia acquisirebbe tutti i vantaggi dell’operazione scaricandone i relativi costi sul mercato, vale a dire su concorrenti e consumatori finali”.
Un’operazione che mirasse a “risolvere i problemi del solo incumbent” sarebbe “ultimo atto di una strategia dio chiusura del mercato volta a massimizzare le rendite derivanti dal controllo dell’unica rete di accesso italiana”.
Per gli Olo dunque “un allentamento degli obblighi” sarebbe “inaccettabile” e avrebbe come unico effetto “ quello di ridurre ulteriormente e forse definitivamente gli spazi per la concorrenza, pregiudicandola e danneggiando, in ultima analisi, i consumatori italiani”.
Ma se sulle regole gli Olo si trovano d’accordo meno lo sono sulla disponibilità a conferire gli asset nella newco. Ieri Fastweb e Wind avevano annunciato le loro posizioni per bocca dei due numeri uno, Alberto Calcagno e Maximo Ibarra: il primo contrario all’ipotesi di conferire gli asset della rete nella newco della Rete di Telecom in caso di spin off, il secondo invece pronto “a conferire parte dei propri asset” alla nuova entità in caso di scorporo.
Il ceo di Wind Maximo Ibarra, in un’intervista al Sole 24 Ore, aveva detto che “lo scorporo della rete Telecom sarebbe una decisione di buon senso. Una società delle reti sarebbe un progetto strategico che serve al Paese” e se questo dovesse avvenire “Wind Infostrada sarebbe disponibile a conferire una parte dei propri asset di rete fissa per avere una quota di minoranza nella società”.
Ibarra definisce lo spin off “un’idea interessante. A condizioni precise però: una governance indipendente, con un perimetro chiaro e con un livello dell’unbundling non penalizzante rispetto a quello che ci attendiamo”. Per l’Ad di Wind lo scorporo, a livello più generale, “ può accelerare la realizzazione di un’infrastruttura di cui l’Italia ha estremamente bisogno” e di cui ha bisogno anche il settore delle Tlc “che oggi presenta nel mercato della telefonia mobile una situazione non facile”.
Posizione opposta quella Alberto Calcagno, ad di Fastweb. Sullo scorporo della rete di Telecom Italia “siamo neutrali”, anche se “è importante il ruolo dell’Agcom affinché garantisca la trasparenza e il rispetto delle regole”. Rispetto invece alla possibilità che Fastweb partecipi conferendo i propri asset all’eventuale newco della rete che nascerebbe dopo lo scorporo, Calcagno precisava: “Noi abbiamo una strategia opposta (rispetto a quella di Wind ndr), crediamo nello sviluppo della nostra rete proprietaria e indipendente dalla rete di Telecom Italia per offrire servizi superiori”. Per Fastweb “è fondamentale poter gestire in maniera diretta la nostra rete”.