La separazione della rete Telecom Italia, di per sé utile a migliorare le condizioni competitive del mercato, potrebbe rivelarsi uno strumento a tutela dell’ex monopolista per le modalità e i tempi in cui dovrebbe svolgersi. E’ quanto emerge dal focus “La rottamazione della rete”, condotto da Massimiliano Trovato, fellow dell‘Istituto Bruno Leoni. Lo studioso evidenzia come “lo scorporo della rete ha, in termini di tutela della concorrenza, un’utilità evidente, favorendo un’effettiva parità di accesso all’infrastruttura da parte di tutti gli operatori – incluso quello dominante – secondo un principio di equivalence of input”.
Tuttavia, aggiunge Trovato, “tale utilità svanisce se lo scorporo viene perseguito non per rettificare il contesto competitivo della rete in rame, bensì in previsione del suo superamento, e funge così da grimaldello per estendere una posizione di rendita da un mercato a un altro”.
“Allo stesso modo, è chiara la differenza sul piano sistematico tra un modello di società per la rete partecipata da tutti gli operatori in condizioni di parità e il modello in discussione, in cui la società della rete è dominata dall’ex monopolista in un tentativo di rimonopolizzazione del settore” conclude l’esperto.